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Almeno 326 morti nello scontro religioso in Nigeria

da Redazione

Pesantissimo il bilancio delle vittime in Nigeria. Le autorità hanno parlato ufficialmente di 326 persone che hanno perso la vita negli scontri religiosi a Jos, nel centro del paese africano. La polizia ha decretato anche il coprifuoco, per cercare di riportare l’ordine il prima possibile.

Le violenze tra cristiani e mussulmani nigeriani hanno provocato centinaia di morti e migliaia di sfollati. Gli scontri scoppiati la settimana scorsa, a causa della costruzione di una moschea in un quartiere cattolico nella città di Jos, secondo la polizia locale hanno causato 326 vittime. Ikechukwu Aduba, il commissario di polizia dello Stato nigeriano di Plateu di cui è capitale Jos, ha dichiarato ai giornalisti che i suoi uomini hanno arrestato 303 persone legate ai tumulti della scorsa settimana. Le autorità mantengono il coprifuoco, anche se lentamente la situazione sta pian piano migliorando. Comunque restano almeno 5.000 gli sfollati. I militari inviati dal governo sono ancora in città e questo contribuisce a infondere calma e sicurezza, anche tra coloro che stanno facendo ritorno alle loro case. E’ tranquilla la situazione della decina di italiani che vivono nella zona di Jos. “Non risulta al momento il coinvolgimento di nostri connazionali negli episodi di violenza” ha dichiarato all’Agi l’ambasciatore italiano ad Abuja, Roberto Colaminè. “Siamo in costante contatto con i nostri concittadini – ha continuato Colaminè –“stanno rispettando il coprifuoco e le consegne del governo nigeriano e sono in contatto tra loro stessi”.
Da una lettura completamente diversa l’arcivescovo di Jos. Sono da ricercarsi nei contrasti etnici, più che in quelli religiosi, le ragioni che hanno portato alle violenze di questi giorni in Nigeria. Ad affermarlo è Mons. Ignatius Ayau Kaigama, “la versione che è stata finora pubblicata sull’origine degli scontri nel mio paese non sono corrette. In particolare non è vero che sia stata attaccata e bruciata una chiesa”, ha detto Kaigama all’Agenzia cattolica Fides. “All’origine degli scontri odierni, come quelli del novembre 2008, vi sono i contrasti tra gli Hausa, di religione musulmana, e le popolazioni indigene, in gran parte cristiane, per il controllo politico della città”.
 

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