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Nuovi cambiamenti per la scuola italiana

da Redazione

E’ ancora bufera sul mondo della scuola italiana. Un emendamento al disegno di legge lavoro presentato dal deputato Pdl Giuliano Cazzola prevede la possibilità di inserirsi già a quindici anni nel mondo del lavoro. In pratica l’ultimo anno di scuola sarà possibile espletarlo svolgendo attività di apprendistato.

 

La scuola divide ancora una volta la classe politica italiana. La commissione Lavoro della Camera
ha approvato un emendamento al ddl lavoro, collegato alla Finanziaria, il quale consente agli studenti, che lo vorranno, di espletare l’ultimo anno della scuola dell’obbligo svolgendo un periodo di apprendistato. Lunedì il ddl approderà in Aula, per poi tornare al Senato per il via libera definitivo. Il relatore, Giuliano Cazzola del Pdl, si è detto “molto soddisfatto del lavoro e del clima di collaborazione in Commissione, in ogni caso – continua Cazzola – il confronto è sempre stato chiaro e sereno”. Il ministro Sacconi che respinge le critiche dell’opposizione e dei sindacati “migliaia di giovani tra i 14 e i 16 anni, superata la scuola media, né studiano né lavorano e talora lavorano in nero. Non si tratta per nulla di anticipare l’età di lavoro, ma di consentire il recupero di un giovanissimo demotivato a seguire gli altri percorsi educativi attraverso una più efficace modalità di apprendimento in un contesto lavorativo”. Sulla stessa linea il ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini.
Di tutt’altro avviso il capogruppo Pd in commissione Lavoro, Cesare Damiano, che definisce “negativa la norma sull’apprendistato che assolve l’obbligo scolastico”.
Il segretario confederale Cgil Fulvio Fammoni ha commentato così l’emendamento “l’abbassamento dell’obbligo scolastico a quindici anni attraverso l’apprendistato è sbagliato dal versante formativo, ed è altrettanto grave che si tenti in questo modo di superare surrettiziamente attraverso questa via anche l’età minima per lavorare, fissata per legge a 16 anni”.
 

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