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Consiglio, ok ai decreti salva-banche

da Redazione

Passano in Consiglio Grande e Generale i due cosiddetti decreti “salva-banche”, il 158 e il 162. Il primo intende assicurare liquidità al sistema bancario sammarinese, il secondo invece prevede l’istituzione di una riserva obbligatoria, obbligando gli istituti di credito a versar l’8% dell’importo complessivo della raccolta diretta.

I due decreti delegati cosiddetti “salva-banche” sono stati approvati dal Consiglio Grande e Generale. Il primo intende assicurare a garanzia la liquidità del sistema bancario sammarinese e, il secondo, invece, prevede l’istituzione di una riserva obbligatoria. Per la cronaca quello relativo alla liquidità è il numero 158 ed è stato approvato con 33 voti a favore, 20 contrari, due astenuti e un non votante. Stesso esito per il decreto che introduce l’obbligo per gli istituti di versare l’8% dell’importo complessivo della raccolta diretta, a titolo di riserva obbligatoria: 35 voti a favore, 18 i contrari e un astenuto.
Inoltre, il segretario di Stato per le Finanze, Gabriele Gatti, ha annunciato all’Aula che entro marzo i due provvedimenti saranno tradotti in una proposta di legge da presentare in Consiglio. "L’associazione bancaria sta già lavorando sulle proposte – spiega il ministro – e, a fronte di un confronto con Banca centrale e con le forze politiche, il governo entro marzo presenterà una proposta organica su questa materia".
L’annuncio voleva scoraggiare la minoranza dal presentare emendamenti sui due decreti, il primo, il numero 158, "Disposizioni urgenti in materia di pubblica garanzia sui finanziamenti erogati dalla banca centrale della Repubblica di San Marino" e il secondo, il numero 162,"Disposizioni urgenti in materia di riserva obbligatoria a carico delle banche sammarinesi".
Invito però respinto dai consiglieri che si sono visti comunque bocciate tutte le proposte di modifica. Sul decreto 158 sono stati sei gli emendamenti presentati: tre del Psrs, due del Psd, uno da Su. Tra le proposte di modifica bocciate, relativi al decreto 162, uno a firma del Psrs e del Psd richiedevano di ridurre la percentuale imposta alle banche a titolo di riserva obbligatoria: la proposta del Psd era di abbassarla al 2% e il Psrs al 5%.

SOCIALISTI RIFORMISTI: RESPONSABILITA’ DI BCSM SULLA VIGILANZA
Il governo in un momento di crisi ha messo in campo "una deriva conflittuale", invece che ricercare il dialogo e il confronto. E’ il messaggio che lanciano i socialisti riformisti durante la seduta segreta del Consiglio grande e generale dedicata al dibattito sulla Banca centrale di San Marino. L’esecutivo, attaccano i consiglieri del Psrs, "dice di volere potenziare la vigilanza e l’autonomia di Bcsm, ma è assurdo dirlo dopo la sfiducia pubblica verso i dirigenti". Ma le critiche alla gestione della crisi del sistema bancario non si fermano qui: prima l’azione "ondivaga" nei confronti della Cassa di risparmio e poi i due decreti d’urgenza per garantire liquidità agli istituti senza confrontarsi e fornire informazioni. Certo, aggiungono, "anche BCSM ha le sue responsabilità, soprattutto nell’ambito della vigilanza" e per questo il partito ribadisce la sua richiesta di un audizione dell’ente in commissione Finanze. "Chi rappresenta San Marino – concludono i Socialisti Riformisti – lo deve fare al suo massimo".

VALENTINI (PDCS): STOLFI SPIEGHI PERCHE’ NON NOMINO’ PRESIDENTE BCSM
"Quando c’era lui al governo ha tenuto Banca centrale senza presidente per un anno intero per ragioni che dovrebbe spiegare". Al segretario del Partito Democratico Cristiano Sammarinese, Pasquale Valentini, non sono andate giù le dichiarazioni del consigliere del Partito dei socialisti e dei democratici, Fiorenzo Stolfi, in merito al dibattito a porte chiuse in Consiglio grande e generale sull’istituto di vigilanza. L’ex segretario di Stato per gli Affari esteri ha sottolineato che "sostenere che dei vertici va bene solo il presidente e che il direttore e il capo della vigilanza non vanno bene perché voluti o scelti da altri è una grande bugia". Per Valentini, Stolfi, con la mancata sostituzione del presidente, ha creato "le condizioni perché la tempesta che poi si è scatenata sul sistema bancario-finanziario si realizzasse per l’inaffidabilità del governo di allora e per la mancanza di scelte negli organismi preposti a tutelare il sistema".

 

 

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