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In tre mosse il piano della Cassa di Risparmio

da Redazione

In tre mosse il piano della Cassa di Risparmio di San Marino per superare la fase critica delle ben note difficoltà del 2009 e rilanciare la propria attività: piano che è stato illustrato sabato all’assemblea dei soci della Fondazione San Marino e che prevede dismissione di Delta, aumento di capitale sociale e prestito obbligazionale.

Aumento del capitale sociale, prestito obbligazionario e vendita di Delta: sono queste le tre mosse con cui la Cassa di Risparmio si prepara al futuro. A illustrare le linee guida del progetto strategico di rafforzamento e sviluppo dello storico istituto bancario del Titano sono stati il presidente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – Sums, Tito Masi, e il presidente della Cassa, Leone Sibani, durante l’assemblea dei soci della fondazione di sabato scorso. Assemblea che ha approvato il bilancio dell’ente e nominato tra i nuovi soci, su 19 candidature presentate, solo Maria Luisa Berti, già membro del Consiglio Grande e Generale nelle fila della lista ‘Noi sammarinesi’.
Il piano, spiega Masi, "prevede, oltre alla dismissione di Delta, richiesta da Bankitalia e per la quale la trattativa è in corso, la revisione di tutte le partecipazioni dell’istituto", come quella nella Banca di Croazia e altre. Ma "il punto principale è l’aumento del patrimonio", che verrà realizzato in
due mosse. In primo luogo verrà effettuato un aumento nominale del capitale sociale, ora di 350 milioni di euro, da 100-150 milioni, cui corrisponde un incremento effettivo del patrimonio, attualmente di 525 milioni, di 150-225 milioni. Il collocamento delle azioni dovrebbe oscillare tra un minimo del 22% a un massimo del 30%, e coinvolgerà solo soggetti sammarinesi, permettendo inoltre alla fondazione di restare "saldamente" l’azionista di maggioranza. Due condizioni, queste ultime, "imprescindibili". Dunque, prosegue Masi, ci si rivolge a tre gruppi distinti e in parti uguali: il primo terzo viene proposto allo Stato, per una partecipazione anche temporanea, come avviene in altre nazioni; un altro terzo alle banche sammarinesi e in particolare alla Banca di San Marino, in quanto è "l’istituto più vicino alla Crrsm sia per nascita e radici, sia per mission"; l’ultimo terzo ai cittadini sammarinesi ovunque residenti, ai residenti sul Titano e, "eventualmente", alle imprese ("ma ancora non si è deciso se limitare l’aumento di capitale solo alle persone fisiche o estenderlo anche a quelle giuridiche"). Ci sarà infine anche una proposta per la Sums, mentre la Fondazione contribuirà con 10 milioni di euro. Per quanto riguarda la Bsm, chiarisce Masi, si punta a uno scambio di partecipazioni azionarie, proprio per "rafforzare il legame tra i due istituti".
La seconda parte del piano di rafforzamento consiste in un prestito obbligazionario da circa 200 milioni di euro, rivolto anche al mercato estero. Le obbligazioni, aggiunge il presidente della Fondazione, avranno "rendimenti interessanti, rivelandosi vere opportunità di investimento per i sammarinesi". Il progetto è ancora in una fase iniziale, aggiunge Masi: "Siamo alla ricerca della massima condivisione, per ora è arrivata dai soggetti interpellati solo la disponibilità ad approfondire la questione". Intanto si aspettano anche altre
risposte: in primo luogo quella delle banche creditrici di Delta per la proroga fino al 31 marzo delle linee di credito. Fino ad ora "sono arrivate risposte positive ma non da tutti gli istituti". In secondo luogo, quella del Tar del Lazio sulla legittimità della revoca da parte di Bankitalia delle partecipazioni detenute in Delta. La data dell’udienza, fissata per mercoledì, potrebbe però slittare per problemi procedurali.
"Attendiamo", si limita a commentare Masi, che ricorda come sabato sia stato anche anticipato qualche dato sul bilancio della Crrsm che dovrebbe chiudere il 2009 con un avanzo di gestione da 50 milioni di euro. Un dato che, nonostante lo scudo fiscale abbia drenato un miliardo dalle casse dell’istituto, ne dimostra la solidità: "Si dovrebbero così allontanare definitivamente – conclude Masi – i dubbi che qualcuno diffonde ad arte sulla solidità della Cassa, che non è in discussione. E con il nuovo progetto tornerà ad essere protagonista".


Sul numero di Fixing in distribuzione venerdì ulteriori approfondimenti.

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