E’ peggiore la paura della crisi della crisi stessa. Parola di Simona Michelotti, Presidente della Camera di Commercio, che in un’intervista pubblicata sul primo numero del 2010 di Fixing analizza la situazione e guarda al futuro di San Marino.
Ha le idee chiare e lo sguardo rivolto al futuro Simona Michelotti, imprenditrice e Presidente della Camera di Commercio di San Marino. Perché la crisi farà anche paura, ma l’impresa sammarinese è sana e ben strutturata, e ha le carte in regola per uscire a testa alta da questa difficile prova.
D’altronde anche il Rapporto sull’andamento dell’economia, presentato poco prima di Natale, ha messo in mostra sì le difficoltà patite sul Titano come nel resto della penisola, ma anche una visione positiva con cui gli imprenditori si apprestano ad affrontare il 2010 appena iniziato.
“Dall’analisi curata da Prometeia relativa al 2008 – spiega il Presidente Simona Michelotti – è venuto fuori che tutte le categorie imprenditoriali erano in utile, sia pure di poco: questo perché la crisi effettivamente ha iniziato a ‘mordere’ da ottobre, e quindi materialmente non ha avuto il tempo di farsi sentire. Così quest’anno rivestono un’importanza particolare i due sondaggi realizzati a marzo e a novembre 2009. Qui la lettura è piuttosto chiara: a marzo c’eravamo preoccupati, perché la paura era tangibile, si toccava con mano. Ed era la paura di un qualcosa che non si conosceva. Il sondaggio effettuato tra la fine di novembre e gli inizi di dicembre invece lascia trasparire una grande voglia di fare, un clima di fiducia. Tutto questo dimostra che la paura della tempesta è molto più terribile della tempesta stessa. Le nostre imprese, una volta che si sono trovate nel mezzo, hanno saputo reagire con il giusto piglio. Poi però bisogna anche dire che le aziende sammarinesi sono capitalizzate bene, sono sane e solide. Magari sono agevolate dalla bassa fiscalità, ma in ogni caso c’è una serenità d’impresa che in Italia manca”.
A San Marino si sta finalmente tornando a parlare dell’importanza per il Paese della cosiddetta economia reale.
“Mi preme sottolineare che il 12% delle imprese manifatturiere incide per il 41% sulle entrate dello Stato. Certo, adesso ci verrà a mancare una fetta consistente delle entrate del settore bancario e finanziario, ma il Rapporto sull’andamento dell’economia mette in mostra settori che creano più indotto e impiegano più personale, come ad esempio il commercio all’ingrosso, il manifatturiero che resta la spina dorsale dell’economia, e poi si possono sviluppare altri filoni estremamente interessanti per recuperare competitività, un esempio riguarda le grandi marche che potrebbero essere portate in Repubblica”.
Il Titano nel 2009 ha finito per pagare una doppia crisi: quella internazionale, che ha colpito tutti più o meno indistintamente, e quella sistemica, messa in evidenza proprio dalla crisi generale.
“Per la crisi dell’economia internazionale possiamo dire che siamo attrezzati per continuare a lottare, giorno dopo giorno, e che agli imprenditori sammarinesi non mancano coraggio e solidità. È per quello che riguarda la crisi sammarinese che non siamo attrezzati: al di là dei nostri limiti strutturali – i nostri endemici ritardi, una burocrazia di stampo ottocentesco – su cui possiamo e dobbiamo lavorare, stiamo combattendo una battaglia ingiusta e impari contro l’Italia, che evidentemente non vuole vedere tutti gli sforzi che abbiamo fatto e che stiamo facendo per allinearci alle regole europee. Speriamo che il quadro si chiarisca al più presto e che anche su questo fronte si possa passare finalmente all’azione, in modo tale da uscire finalmente da questo inevitabile stato di inquietudine. Noi i nostri passi li abbiamo fatti, quando ci saranno finalmente riconosciuti sia noi sia l’Italia potremmo trarne finalmente un vantaggio reciproco”.
Loris Pironi