Tre uomini sono stati arrestati per la strage religiosa di Nag Hammadi, nel sud dell’Egitto, compiuta da alcuni musulmani che hanno sparato contro una folla di cristiani copti al termine della cerimonia per celebrare il Natale copto, che si festeggia il 7 gennaio. Intanto dal vaticano solidarietà alla comunità cristiana egiziana.
La strage degli innocenti compiuta il 6 gennaio, vigilia del giorno del Natale copto a Nag Hammadi, nel sud dell’Egitto, con ogni probabilità non resterà impunita. Le autorità hanno infatti annunciato di aver arrestato i tre musulmani sospettati di aver sparato su una folla di cristiani copti per poi fuggire a bordo di un’autovettura. I tre sono stati arrestati mentre cercavano di nascondersi in una piantagione di canna da zucchero.
L’anno è nuovo ma purtroppo la violenza e l’odio sono sempre gli stessi. Secondo gli inquirenti le sei vittime di Nag Hammadi, tra cui un poliziotto, sono la conseguenza di un atto di violenza religiosa messo in atto come ritorsione per uno stupro avvenuto circa due mesi fa per mano di un cristiano che ha avuto come vittima una dodicenne musulmana.
L’Egitto ha una popolazione di 80 milioni di persone, in prevalenza mussulmani, con circa un 10% di cristiani. A Nag Hammadi la situazione è capovolta ma tranne qualche piccola diatriba non era mai successo niente di così grave tra le due comunità.
Dopo l’attentato i cristiani sono scesi in piazza per manifestare il proprio dolore e rabbia e la polizia è dovuta intervenire con cariche e lanci di lacrimogeni per riportare l’ordine. Per evitare ulteriori tensioni le autorità hanno cercato di limitare il più possibile il numero di partecipanti ai funerali delle vittime.
Il ministro degli esteri Franco Frattini ha espresso orrore e riprovazione per questo dramma e ha annunciato di voler approfondire la questione con il suo omologo Aboul Gheit la prossima settimana quando si recherà al Cairo per una serie di incontri con le autorità egiziane.
VATICANO: SOLIDARIETA’ A COPTI CONTRO OPPRESSIONE CRISTIANI
“Tutti i cristiani devono restare uniti di fronte all’oppressione e cercare insieme la pace che solo Cristo può dare”. E’ quanto si legge in una lettera diffusa dalla Sala stampa della Santa Sede e indirizzata dal cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, “a Sua Santità Shenouda III, capo dei cristiani copti d’Egitto, per esprimergli la sua vicinanza, in seguito agli attacchi ai cristiani copti dopo la liturgia di Natale a Nag Hammadi in Egitto”. Dopo aver ricordato di aver appresso “le tragiche notizie relative alla morte e al ferimento di diversi copti”, il cardinale si unisce”in questo momento in preghiera con Sua Santità e con la comunità copta”. Quindi Kasper conferma la condivisione del dolore e della preghiera per la pace, la guarigione dei feriti e la giustizia.
ASIANEWS: VOLEVANO COLPIRE IL VESCOVO COPTO KIROLLOS
L’attacco contro i fedeli della chiesa copta di Nag Hammadi aveva un obbiettivo: colpire Monsignor Anba Kirollos, il vescovo della città. Lo afferma l’autorevole AsiaNews, agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere, che cita quanto dichiarato dallo stesso vescovo alla Middle East Christian Association. “Era il mio assassinio quello a cui mirava il piano", sono state le parole del vescovo copto, che ha rivelato di aver ricevuto diverse minacce nei giorni precedenti il Natale. “Per giorni ho atteso che succedesse qualcosa alla vigilia di Natale”. Proprio per questo la comunità ha anticipato di un’ora la funzione. Il vescovo aveva lasciato la chiesa pochi minuti prima dell’attacco. Sentendo il rumore di un’auto, il vescovo è rientrato in chiesa dalla porta sul retro. “Mentre stringevo le mani con qualcuno sulla soglia, ho sentito le raffiche di mitra e il disastro", ha raccontato mons. Kirollos, che accusa di negligenza i servizi di sicurezza, che seppure avvertiti della situazione tesa, non hanno preparato alcuna vigilanza adeguata alla chiesa.
AsiaNews fa infine notare che “da anni programmi televisivi, radio e giornali continuano a predicare intolleranza verso i copti”.