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Disoccupazione, l’Italia (8,3%) resta sotto la media UE

da Redazione

È la solita storia del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. In Italia nel 2009 sono stati persi quasi 400 mila posti di lavoro, e la disoccupazione, secondo l’Istat, è salita a novembre a 8,3%, il massimo dal 2004. In realtà l’Italia è saldamente al di sotto della media europea. E c’è chi, oltre oceano, sta ancora peggio: negli Usa la disoccupazione resta in doppia cifra.

In Europa e negli Stati Uniti la disoccupazione è in doppia cifra, con i dati Eurostat che parlano di un 10% tondo di disoccupati nella Zona Euro e con gli Stati Uniti che devono fare i conti con ulteriori 85 mila posti persi nel solo mese di dicembre. L’Italia, con il suo 8,3% di disoccupazione segnalato dall’Istat per novembre è dunque saldamente sotto la soglia del 10% anche se questo significa 400 mila posti di lavoro in meno rispetto a un anno fa e un tasso di disoccupazione ai massimi dal 2004: la crisi economica, dunque, pesa ancora sull’occupazione anche se, grazie all’utilizzo intensivo degli ammortizzatori sociali, si sta contenendo il problema.
A novembre – secondo i dati diffusi oggi dall’Istat – il tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 8,3%, il più alto da aprile 2004, a fronte del 10% medio della zona euro, che segna il record dal 1998. I disoccupati italiani nel mese erano 2.079.000 su oltre 15.712.000 di senza lavoro nell’area dell’euro. In Italia a novembre – secondo i dati destagionalizzati – lavoravano 22.876.000 persone con un calo di 389.000 unità su novembre 2008 (-1,7%) e di 44.000 unità su ottobre (-0,2%). Le persone in cerca di occupazione hanno superato per il secondo mese consecutivo quota due milioni (2.079.000 a novembre) con un aumento di 30.000 unità su ottobre (+1,5%) e di 313.000 su novembre 2008 (+17,7%). Crescono anche gli inattivi (coloro che tra i 15 e i 64 anni non lavorano e non sono alla ricerca di un impiego) con 11.000 persone in più rispetto a ottobre (+0,1%) e 269.000 rispetto a novembre 2008 (+1,8%). Vola anche la disoccupazione giovanile con un tasso del 26,5% nella fascia tra i 15 e i 24 anni a fronte del 21% medio registrato nella zona euro (-0,1 punti su ottobre e +2,9 punti su novembre 2008). Sono stati soprattutto gli uomini a perdere il posto con 211.000 disoccupati in più a novembre 2009 rispetto allo stesso mese del 2008 (+24%) e 31.000 in più su ottobre (+2,9%). Gli occupati uomini in meno rispetto a novembre 2008 sono 261.000 mentre gli inattivi crescono di 110.000 unità. Tra le donne diminuiscono le occupate (-127.000) e crescono le persone in cerca di lavoro (+103.000) ma soprattutto aumentano le persone che restano fuori dal mercato.

LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI
I sindacati hanno espresso preoccupazione e sottolineato come la situazione potrebbe ancora peggiorare nel 2010. “E’ un dato scontato, che ci si aspettava” – ha detto il numero uno della Uil Luigi Angeletti commentando l’aumento della disoccupazione – penso che ci saranno ancora altri 200 mila posti di lavoro a rischio per quest’anno, rispetto a quelli persi nel 2009”. Il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni sottolinea il calo dell’occupazione e l’aumento della disoccupazione giovanile e afferma che i paragoni rispetto all’anno scorso sono ”impressionanti” e confermano l’ampiezza della crisi economica. Di ”situazione critica” parla la Cisl con il segretario confederale Giorgio Santini ricordando l’importanza che hanno avuto gli ammortizzatori sociali in Italia per tenere il nostro tasso di disoccupazione al di sotto di quello europeo. Per l’Ugl il calo dell’occupazione ”resta allarmante” soprattutto per il dato sull’occupazione giovanile.

STATI UNITI, A DICEMBRE PERSI ALTRI 85 MILA POSTI. DISOCCUPAZIONE AL 10%
La crisi torna a mordere il mercato del lavoro in America: a dicembre negli Usa sono stati persi 85 mila posti, secondo i dati del dipartimento del Lavoro, anche se il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 10 per cento, valore toccato il mese precedente e che aveva rappresentato una prima leggera attenuazione dopo molti mesi di peggioramento. Tuttavia l’ammontare dei posti persi è più grave di quanto prevedevano gli analisti, in media 8 mila posti in meno. Gli ultimi segnali hanno alcune caratteristiche in chiaro scuro. Da un lato la stabilità del tasso di disoccupazione può derivare dal fatto che coloro che, scoraggiati, smettono di cercare un lavoro non vengono più contabilizzati come disoccupati. Dall’altro, più positiva è la revisione di alcune voci relativa a novembre. Se il tasso di disoccupazione è stato confermato al 10 per cento, ora l’amministrazione Usa riporta di 4 mila posti creati, il primo aumento da due anni a questa parte laddove in precedenza indicava perdite di 16 mila posti su novembre.

DISOCCUPAZIONE,COSI’ A NOVEMBRE NEI 27 STATI MEMBRI UE
Tasso di disoccupazione, registrato nel mese di novembre scorso nei 27 Stati membri Ue. Fonte: Eurostat. I dati relativi a Estonia, Grecia, Lituania e Romania sono riferiti al terzo trimestre dell’anno, mentre l’ultimo dato disponibile per la Gran Bretagna è relativo a settembre.

 

UE-16: 10,0%
UE-27: 9,5%

 

LETTONIA 22,3%
SPAGNA 19,4%
ESTONIA 15,2%
LITUANIA 14,6%
SLOVACCHIA 13,6%
IRLANDA 12,9%
UNGHERIA 10,8%
PORTOGALLO 10,3%
FRANCIA 10,0%
GRECIA 9,7%
SVEZIA 8,9%
FINLANDIA 8,9%
POLONIA 8,8%
ITALIA 8,3%
BELGIO 8,1%
GRAN BRETAGNA 7,9%
REP.CECA 7,9%
BULGARIA 7,8%
GERMANIA 7,6%
ROMANIA 7,2%
DANIMARCA 7,2%
SLOVENIA 6,8%
CIPRO 6,2%
LUSSEMBURGO 6,0%
AUSTRIA 5,5%
OLANDA 3,9%
 

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