Home NotizieAttualità “La ‘ndrangeta colpisce perché in difficoltà “

“La ‘ndrangeta colpisce perché in difficoltà “

da Redazione

Quando la n’drangeta, come tutte le altre mafie, colpisce, è perché si trova in grave difficoltà. Questa è l’unanime lettura, a partire dal Procuratore generale antimafia Piero Grasso, dell’episodio della bomba scoppiata davanti alla sede della Procura generale di Reggio Calabria.

Quando la mafia colpisce, è perché si trova in difficoltà. Difficoltà per la presenza dello Stato, per il lavoro delle procure, per l’impegno di tutto l’apparato della forza pubblica e della giustizia. È questo il succo delle dichiarazioni del Procuratore della repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone, del Procuratore generale antimafia Piero Grasso, dell’ex ministro dell’Interno Beppe Pisanu che leggono così l’episodio dell’ordigno artigianale che ieri mattina all’alba è scoppiato davanti alla sede della procura generale di Reggio Calabria. Le camere di sorveglianza hanno ripreso due uomini in scooter; gli inquirenti da ieri visionano i filmati alla ricerca di indizi sulla loro identità. La matrice intimidatoria dell’atto, che anche data l’ora non ha ferito nessuno, è evidente. "Non ci sono dubbi sulla matrice mafiosa" dice Pignatone ad Apcom: "Abbiamo arrestato decine di latitanti. Solo nell’ultimo anno nella provincia abbiamo sequestrato 800 milioni di euro e fiumi di cocaina. E’ chiaro che ci troviamo davanti a una reazione". E Pisanu dice al Messaggero, "Se reagiscono così sentono la morsa dello Stato, è un buon segno". Ai magistrati di Reggio è giunta ieri la solidarietà di tutte le istituzioni, a partire dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L’attività investigativa della magistratura reggina conta 49 arrestati di cui 11 inseriti nella lista dei 30 ricercati più pericolosi, e centinaia di milioni di beni sottratti alla ‘ndrangheta. Ieri il procuratore generale di Reggio, Salvatore Di Landro ha ricordato che "l’ufficio della procura si occupa della confisca e del sequestro dei beni" ai boss della criminalità organizzata. Resta il fatto che mai le ‘ndrine avevano alzato il tiro cosi in alto, consapevoli del grosso rischio di far tornare Reggio Calabria al centro dell’interesse delle forze dell’ordine, come era stato con l’omicidio di Franco Fortugno, il vice presidente del Consiglio regionale ucciso nel 2005 davanti ad un seggio delle primarie dell’Unione.

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento