Gli italiani in tempi di crisi riscoprono il Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) e pur di risparmiare preferiscono mettersi in lista d’attesa e rinunciare a farmaci e dentista. Questa la situazione nel Belpaese fotografata dall’indagine del Forum per la Ricerca Biomedica e del Censis.
Nell’ultimo anno il 35% degli italiani si è rivolto alle strutture sanitarie pubbliche, con liste di attesa più lunghe, per ottenere analisi, visite mediche e cure che in altri tempi avrebbero fatto, pagando, in strutture private. La percentuale sale al 40% tra gli anziani, al 41% tra i residenti nel Centro, ad oltre il 47% tra i soggetti meno istruiti. Secondo il Censis, aumenta anche il rinvio delle prestazioni sanitarie meno urgenti. Quasi il 18% degli italiani ha rinunciato a una o più prestazioni (visite specialistiche, cure odontoiatriche, ecc.) per motivi economici. Il dato sale a circa il 21% tra i residenti del Centro, al 23,5% nel Sud, al 24,2% tra i 45-64enni, al 27,2% nelle grandi città, al 31% tra i meno istruiti. Quasi il 21% degli intervistati ha anche ridotto l’acquisto di farmaci pagati di tasca propria: più del 23% dei 45-64enni, il 23,4% nel Sud, il 28% dei residenti nelle grandi città, quasi il 29% dei meno istruiti. Inoltre, quasi il 7% degli italiani ha dovuto fare a meno della badante. La percentuale sale a 7,7% al Sud e a 17,3% in città con 100-250mila abitanti. La domanda di prestazioni sanitarie pubbliche potrebbe aumentare anche nell’anno nuovo. Secondo il Censis, rendere più efficiente la sanità, tagliando gli sprechi, diventa una priorità per il 2010. Tanto più che l’affollamento delle strutture pubbliche può determinare, oltre che un ulteriore allungamento delle liste di attesa, il rischio di un maggiore ricorso ai noti espedienti usati per accedere più velocemente alle prestazioni sanitarie. Già adesso quasi il 37% degli intervistati (oltre il 41% nelle regioni del Sud) ritiene che sia aumentato negli ultimi tempi il ricorso alle conoscenze per accelerare l’accesso alle strutture sanitarie pubbliche. Ridurre gli sprechi ottimizzando la gestione della sanità pubblica è anche la priorità indicata dal presidente della Farmindustria, Sergio Dompè. “Ottimizzare la gestione della Sanità è una priorità per il Ssn, che pure è già ai primi posti delle classifiche internazionali dell’Oms per rapporto fra qualità, prezzo e accessibilità – ha rilevato Dompè in una nota -. Minori sprechi e una sanità pubblica più efficiente e attenta alle risorse sono ormai irrinunciabili”. Secondo Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale (Ssn), a rimetterci sono i cittadini. “Tutto questo – ha dichiarato il senatore commentando i dati del Censis – ha dei costi umani e di qualità della vita per la persona ed economici per il Ssn, perchè quando si rinuncia alla prevenzione poi, mediamente, si paga di più per la cura". Dal rapporto, infine, secondo il senatore, "emerge lo smantellamento della sanità pubblica a beneficio di quella privata”.