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Le due vie: la piazza e la riflessione

da Redazione

Nel giorno dello sciopero generale della CSU. Le proposte dell’ANIS in assemblea straordinaria.

Non vogliamo dire che una è meglio dell’altra, ci mancherebbe. Lo sciopero è un diritto inalienabile e, psicologicamente, può anche essere considerato una importante valvola di sfogo delle tensioni accumulate negli ultimi mesi. Perché la crisi, è un dato di fatto, morde e ferisce tanto gli imprenditori quanto i lavoratori dipendenti. Casomai si può fare una riflessione sui motivi dello sciopero generale convocato dalla Csu, ma questa resta comunque un’altra storia. La giornata di mercoledì è andata in archivio con la manifestazione sul Pianello la mattina e con l’assemblea generale straordinaria dell’ANIS nel pomeriggio. Convocata per fare il punto sulle misure per superare la crisi e per discutere dei rinnovi contrattuali. In piazza Tanto di cappello per i lavoratori che mercoledì mattina sono scesi in piazza sfidando il freddo (il termometro segnava -3 gradi). Ma una riflessione sulle motivazioni che hanno portato la Csu a indire questo sciopero è forse opportuna. Uno sciopero bocciato, nell’ordine, da Governo, Anis, Osla, Usc, Usot, dal cosiddetto “terzo sindacato” (l’Usl) e da tutta la maggioranza, un’iniziativa che ha ricevuto un appoggio pubblico soltanto da Sinistra Unita. È comunque legittimo che il sindacato unitario abbia deciso di far sentire la propria voce con uno sciopero generale, strumento che era rimasto nel cassetto dall’ormai lontano 2005, soprattutto alla luce dell’ingresso sulla scena del terzo sindacato. E forse non è un caso che le tre sigle abbiano scelto linee diametralmente opposte in questa situazione. Dicevamo della manifestazione. La Csu ha portato in corteo 6-700 persone (il sindacato parla di più di mille, c’è chi giura che non erano più di 3-400), e se si pensa che i soli lavoratori ancora senza contratto dei settori Industria e Banche sono 9 mila, cui vanno aggiunti quelli della Pa e i pensionati, su cui Cdls e Csdl hanno incentrato buona parte della propria campagna di promozione dello sciopero, l’astensione dal lavoro ha registrato una percentuale ben lontana dalla doppia cifra, mentre Giovanni Ghiotti, segretario Cdls, sottolinea che “la gente ha capito il messaggio, con una fortissima astensione dai posti di lavoro”. Ma il balletto delle cifre, in questi casi, lascia il tempo che trova. Sono i contenuti che contano. I Segretari Generali delle due confederazioni, davanti a Palazzo Pubblico, se la sono presa principalmente con l’Anis per la mancata firma del contratto e con il governo per quello che è stato definito il fallimento totale del tavolo tripartito. Al termine della manifestazione i delegati della Csu hanno incontrato i capigruppo dell’opposizione in Consiglio, che hanno utilizzato l’occasione per criticare il Governo, la Finanziaria e il tavolo tripartito, mentre il Patto per San Marino si è rifiutato di contribuire “alla strumentalizzazione di un sacrosanto diritto dei lavoratori” e non si è presentato ad un incontro “organizzato dai capigruppo della sinistra e non dai diretti interessati”. In assemblea Tanto di cappello per gli imprenditori che, malgrado tutti i problemi che devono affrontare in questi tempi di crisi, hanno dedicato un pomeriggio per discutere e confrontarsi sulle varie questioni aperte, dal rinnovo del contratto alle dinamiche da innescare per mettere in moto il rilancio del Paese. L’Assemblea generale straordinaria dell’Anis è andata in scena all’Hotel Palace di Serravalle. Sul tavolo, in particolare, lo stato delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro e le conseguenti decisioni”. Dopo l’intervento del Presidente Paolo Rondelli e la discussione conseguente, l’assemblea degli imprenditori ha approvato all’unanimità la linea del Consiglio Direttivo, ovvero l’impegno dell’ANIS a preservare il potere d’acquisto dei salari dei propri dipendenti assicurando aumenti a totale copertura degli aumenti inflattivi e, anche senza la firma del Sindacato, le tabelle delle retribuzioni del 2009 e quelle con il primo acconto per il 2010, che arriveranno a tutte le aziende nei prossimi giorni. In merito al rilancio dell’economia invece è stato ribadito che se non verranno adottati i necessari interventi, “mettendo in campo strumenti e provvedimenti concretamente utilizzabili dalle imprese”, non sarà più possibile continuare a competere, partendo da una situazione di inferiorità dovuta ai limiti del sistema, con le imprese italiane e internazionali. È stato quindi chiesto di continuare a dialogare con il governo e con il sindacato per dotare le aziende di strumenti efficienti e in linea con gli altri Paesi europei in fatto di flessibilità degli orari di lavoro, per modificare le regole del mercato di lavoro ingessato da rigidità operative. È stato chiesto di mettere mano, una volta per tutte, sul principio dell’erga omnes, che attualmente distorce la validità dei contratti di lavoro in base alla volontà della minoranza rispetto a quella della maggioranza.

Loris Pironi

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