C’è chi chiede il dialogo poi quando si sente rispondere “va bene, siamo pronti” fa finta di niente. È questo il succo della nota dell’ANIS, alla vigilia dello sciopero generale, che spiega di aver proposto al sindacato di firmare da subito gli aumenti a copertura dell’inflazione ed ha invitato la CSU ad un confronto, per lunedì pomeriggio o martedì mattina. Doppio invito che non è stato degnato neppure di risposta.
La ricerca del dialogo? Soltanto a parole. Alla vigilia dello sciopero generale l’ANIS fa sapere che alla richiesta da parte di Assoindustria di riprendere gli incontri e alla proposta di firmare gli aumenti a copertura completa dell’inflazione, “la CSU ha prima risposto ‘risentita’, poi ha dichiarato di accettare la ripresa del dialogo” ma l’invito è caduto nel vuoto. In una nota l’ANIS fa sapere infatti di aver proposto due dati per incontrarsi prima dello sciopero generale, lunedì pomeriggio oppure martedì mattina. “Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta!”
“La dura realtà pesa e non si cambia con la demagogia e la propaganda strumentale”, afferma l’Associazione degli Industriali. Che snocciola dati significativi. Nelle aziende manifatturiere nell’ultimo anno si sono persi circa 500 posti di lavoro. La Cassa Integrazione ha coinvolto 1500 lavoratori con un costo di 8 milioni di euro. Lo scudo fiscale ha tolto al Paese dai 2,5 ai 3 miliardi di euro. Abbiamo perso alcuni dei principali fattori di competitività. Il Bilancio dello Stato registra pesanti minori entrare per circa 100 milioni di euro.
“Nell’ultimo incontro tripartito, avvenuto venerdì 11 dicembre, le parti hanno assunto singolarmente questi impegni: l’ANIS riconosce la copertura dell’inflazione sui salari e, anche senza la firma del Sindacato, le tabelle delle retribuzioni del 2009 e quelle con il primo acconto per il 2010 arriveranno a tutte le aziende nei prossimi giorni. Il Governo garantisce maggiori ammortizzatori sociali senza aumentare il costo del lavoro. Garantiti anche gli incentivi per creare nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato”.
Gli industriali ribadiscono un concetto ripetuto all’infinito in queste settimane: la necessità assoluta è quella di salvare le imprese e i posti lavoro.
“Da subito orari flessibili per rispondere ai clienti al pari dei nostri concorrenti e per ridurre i costi della Cassa Integrazione. Abbiamo proposto di aprire un confronto per discutere la possibilità di lavorare di più sulla base della direttiva comunitaria, condivisa da tutti i sindacati d’Europa, per mantenere le attuali elevate retribuzioni, per finanziare le pensioni, per avere orari simili a quelli dei nostri concorrenti e ridurre i costi di produzione. Il Governo responsabilmente si pone come ‘garante’ dell’azione di rinnovamento del Paese necessaria a noi tutti ed in particolare per le giovani generazioni verso le quali abbiamo precise responsabilità. La CSU non vuole assumersi responsabilità a differenza dell’USL che invece ha assunto una posizione realista”.
La nota dell’ANIS si conclude con un appello che per la CSU torna indietro come un boomerang: “Lavoratori e imprenditori uniti per il bene comune. Conserviamo le imprese e i posti di lavoro: ‘Rompiamo l’immobilismo’.”