Giornate cruciali a Copenhagen, dove è in corso di svolgimento il vertice Onu sul clima. Mentre a studi inquietanti sugli effetti del riscaldamento globale si susseguono dichiarazioni preoccupate (il Papa oggi ha detto che sul clima ci sono "rischi agghiaccianti"), le soluzioni profilate sono per ora alquanto inconcludenti. Venerdì si giocherà il tutto per tutto, sono attesi numerosi big nella capitale danese. E l’Unione Europea è attualmente in pressing su Usa e Cina, i due maggiori produttori di CO2, per arrivare ad una soluzione ambiziosa.
Copenhagen, sono giornate cruciali queste al Summit per il clima. L’Unione Europea è in pressing sugli Stati Uniti e sulla Cina, nazioni da cui dipende in tutto e per tutto l’ambizione di chiudere il vertice con un accordo ambizioso per ridurre le emissioni di CO2 e realizzare qualcosa di positivo per contrastare i cambiamenti climatici.
“Ci sono due Paesi che rappresentano la metà delle emissioni dei gas nocivi a livello mondiale”, ha detto il ministro svedese dell’ambiente Andreas Carlgren, il cui Paese detiene la presidenza di turno della Ue. ”Noi siano sempre in attesa che da parte loro ci sia l’assunzione di un livello di ambizione in termini di riduzione delle emissioni perché senza di questo non saremo in grado di mantenere l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro due gradi”, ha aggiunto Carlgren.
A Cina e Usa si è rivolto anche il ministro tedesco dell’ambiente Norbert Rottgen. ”Ho l’impressione che siamo sulla buona strada per arrivare ad un risultato venerdì”, ha commentato. ”Ma il principale problema è che né gli Stati Uniti né la Cina intendono fare un passo in avanti. Tutti e due vogliono mantenere aperte tutte le opzioni fino all’ultimo minuto”.
IL PAPA: SUL CLIMA RISCHI AGGHIACCIANTI
Anche il Papa, Benedetto XVI, ieri, ha lanciato un accorato appello per l’ambiente, mentre rischia di arenarsi la Conferenza Onu sul clima di Copenaghen. "La questione ecologica non va affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila all’orizzonte", ha avvertito Benedetto XVI, "a motivarla deve essere soprattutto la ricerca di un’autentica solidarietà a dimensione mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune". Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il Pontefice ha rilevato che "appare sempre più chiaramente che il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita e i modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanche economico".
UNA SECONDA BOZZA SENZA I NUMERI CHIAVE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI
Intanto a Copenaghen è stata fatta circolare una seconda bozza di conclusioni che però non indica numeri sulle questioni-chiave come gli obiettivi per la riduzione del riscaldamento e il taglio delle emissioni di C02 o gli stanziamenti per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Queste questioni vengono affrontate dai ministri dell’Ambiente nei gruppi di lavoro, con la speranza di arrivare a un’intesa entro venerdì, quando nella capitale danese arriveranno i leader i più di 100 Paesi. Tra i primi attesi alla Conferenza ci sono il premier britannico, Gordon Brown, quello australiano, Kevin Rudd, e il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva. La vaghezza della nuova bozza è la fotografia dell’incertezza del negoziato a porte chiuse in corso nel Bella Center, tra polemiche e scambi di accuse. A scontrarsi sono due visioni: da una parte chi vorrebbe un trattato unico e complessivo che, alla scadenza del Protocollo di Kyoto nel 2012, vincoli tutti i Paesi con impegni; dall’altro c’è chi lavora per un aggiornamento limitato di Kyoto, il quale prevede impegni per i soli Paesi industrializzati che lo hanno sottoscritto. A frenare su nuovi impegni vincolanti ci sono anzitutto i due grandi inquinatori, Cina e Stati Uniti, divisi però sulle verifiche internazionali sul livello delle emissioni che Pechino respinge.
Nella capitale danese è arrivato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, il quale ha avvertito che il tempo per trovare un accordo "sta per scadere" e un eventuale fallimento avrebbe "conseguenze potenzialmente catastrofiche". Nella notte ci sono stati scontri nel quartiere hippy di Copenaghen, la "città libera" di Christiania. Poco prima di mezzanotte la polizia ha rimosso le barricate erette dai manifestanti e ha fermato 210 giovani che avevano lanciato moltov e pietre contro gli agenti. Nell’azione, condotta con l’ausilio di unità cinofile, la polizia ha usato anche i gas lacrimogeni.