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“Nato da donna”: al Mulino quattro archetipi al femminile

da Redazione

Sabato e domenica (19 e 20 dicembre) al Mulino di Amleto di Rimini debutto assoluto per lo spettacolo "Nato da donna". Uno spettacolo tutto al femminile, dalla regia alle attrici in scena agli archetipi rappresentati, ma che secondo la regista e ideatrice Stefania Succitti si rivolge soprattutto agli uomini. Il mito di Polissena, Penelope, Cassandra e Teti riportato ai giorni nostri. All’insegna dell’acqua che scorre, che ondeggia e che non si può fermare. Come l’essenza della femminilità.

Sabato 19 dicembre (alle ore 21) e domenica 20 (ore 16 e poi ancora ore 21) al Mulino di Amleto va in scena il debutto assoluto dello spettacolo “Nato da donna”, diretto da Stefania Succitti. “Uno spettacolo interamente al femminile – come sottolinea la regista – ma che si rivolge soprattutto agli uomini”, che rappresenta quattro archetipi femminili dell’antichità e li trasporta ai giorni nostri.
Penelope; Cassandra, Polissena; Teti. Sono acqua che sorge dal mito e che scorre anche ai giorni nostri. Sono acqua che scorre per far conoscere gesti antichi, per scoprirne di nuovi, per svelare segreti e sfatare credenze. Sono quattro personaggi femminili ancora innegabilmente attuali. Antiche memorie si fondono a immagini del presente, in un incontro-scontro tra la quotidianità e gli archetipi che queste donne rappresentano. Donne che si spogliano delle vesti di dee e eroine epiche per diventare donne mortali, per affrontare una quotidianità che pretende coraggio per essere affrontata, per affrontare i problemi e le speranze di un mondo lontano da favole antiche.
E l’acqua è il filo conduttore dello spettacolo. “‘Fai come l’acqua – recita il foglio di sala – Non opporti. Quando cercano di afferrarti, prova a scivolargli tra le dita. Ondeggia.’ Una madre pronuncia queste parole rivolta alla propria figlia. L’acqua. Sì, l’acqua, simbolo del femminile. Un femminile che fa parte dell’essere umano e che la donna dovrebbe manifestare nella sua pienezza. Ma troppo spesso la donna è persa nello stato di femmina, e dimentica la sua vera essenza. La somiglianza all’acqua.
L’acqua non oppone resistenza, scorre di continuo e nel suo scorrere si rinnova, prende la forma di ciò che la contiene. È forte ma non usa la sua forza per fermarti, ti accompagna. Non conosce ostacolo perché ovunque trova la via per continuare il suo percorso. È paziente. Ma irrefrenabile”.

C’è Penelope, la sposa di Ulisse, simbolo della fedeltà coniugale e della caparbietà della fede, che attende suo marito. E nell’attesa racconta la sua storia di moglie e amante, ma anche di caparbia lavoratrice, di amministratrice dei beni. Una regina che difende la sua terra, che non si lascia annullare dal dolore ma decide di rimanere padrona. Prima di tutto di se stessa.

E poi c’è Cassandra, la profetessa a cui nessuno crederà. “Volli a tutti i costi il dono della veggenza”, dice.
Un desiderio formulato non con l’intenzione di comprendere ma di comandare. In un mondo fatto da maschi, una donna infatti deve riuscire a vedere un po’ più in là per emergere. Ma una volta svelato il futuro, conosciuta la verità, Cassandra non riesce più a convivere con la falsità e con la menzogna. Tuttavia, negli abissi del mito come nella contemporaneità, chi vive nella menzogna non è pronto per ascoltare verità così scomode, e la giovane veggente diventa un’emarginata, una pazza. Attraverso un duro percorso interiore Cassandra giungerà a cogliere il senso profondo della veggenza, come consapevolezza di sé e non come potere da esercitare sugli altri. E solo allora sceglierà la verità e la vita.
Percorso inverso compirà Polissena, pronta a tutto per scappare dall’emarginazione, ossequiosa verso il potere, amata per la sua allegria e la sua spregiudicatezza, desiderata per la sua sensualità. Anche lei cerca il potere e usa la sua bellezza per soggiogare gli uomini. Ma un amore sbagliato la segnerà per sempre, obbligandola allo stesso destino tanto disprezzato della sorella.
E infine c’è Teti, un personaggio tra mitologia ed epica, la madre di Achille.
Teti ama a tal punto suo figlio da volerlo rendere un dio. Ma le sue attenzioni, il suo impegno per crescere un Uomo vero non le impediscono un unico, grande e fatale errore: Teti infatti non lascia libero suo figlio, lo lega a sé, lo stringe così forte al tallone da non lasciarlo andare più. Riesce a formare un eroe, coraggioso e sprezzante, ma non un uomo capace di staccarsi dalla madre, non un uomo capace di resistere a una donna. Achille sa sconfiggere il più forte dei guerrieri ma non affrontare l’inganno di una donna. Con un unico, piccolo, all’apparenza insignificante gesto, Teti segnerà il destino di suo figlio.
Come dicevamo, la regia è di Stefania Succitti, che ha curato anche i testi, tranne quello di Teti che è stato prodotto per l’occasione dalla scrittrice Simona B. Lenic.
In scena: Julia Alimasi (Polissena), Lara Balducci (la Società), Simona Bisacchi (Teti), Emanuela Neri (Cassandra) e Stefania Succitti (Penelope).
Video e Tecnico Audio: Maurizio Vettraino. Tecnico luci: Antonio Vanzolini.
 

Info e prenotazioni: Mulino di Amleto, via del castoro, 7 Rimini – Zona Grotta Rossa. Tel-fax 0541-752056. Email: info@banyanteatro.com. Web: www.banyanteatro.com.

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