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Berlusconi: perché mi odiano tanto?

da Redazione

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi poteva essere ucciso: i 25 giorni di prognosi per l’aggressione di domenica in piazza Duomo a Milano sono praticamente un colpo di fortuna. Il bollettino medico intanto scongiura l’intervento chirurgico, anche se il Premier si nutre a fatica ed è sofferente. Prima di 24-36 ore non si parla di dimissione dall’Ospedale. Intanto l’aggressore confessa tutto: ha agito per "forte dissenso" nei confronti del Premier, frasi per la verità meno forti di quelle di Di Pietro, contestato in maniera bipartisan. L’uomo aveva con sé altri oggetti per colpire, tra cui uno spuntone di plexiglas di 20 centimetri.

Dovrà rimanere ricoverato sicuramente almeno fino a domani, di fatto prima di 24 o 36 ore non si parlerà di dimissioni dal San Raffaele. Lo ha affermato Alberto Zangrillo, primario e medico di fiducia di Silvio Berlusconi. Il Premier, dunque, resta in ospedale, dopo essere stato ferito al volto a conclusione della manifestazione del Pdl in Piazza Duomo domenica a Milano. Ma Zangrillo ha dato la buona notizia: non sarà necessario intervenire chirurgicamente per rimediare alle conseguenze dell’aggressione subita ieri dal premier Silvio Berlusconi. ”L’intervento chirurgico – ha detto – è stato scongiurato".
Il bollettino medico diramato poco dopo le 12 dall’Ospedale San Raffaele spiega che Silvio Berlusconi "riesce a nutrirsi ma molto a fatica". "La Tac ha documentato la frattura del setto nasale – ha precisato Zangrillo, dando lettura del bollettino medico -. Il trauma ha provocato la frattura di due denti dell’arcata superiore". Il capo del governo è sotto terapia analgesica e, secondo quanto riferito dal primario, ha perso circa mezzo litro di sangue. "L’ho trovato scosso, amareggiato, come risvegliato da un brutto sogno veramente sconfortato" ha infine commentato.

Per la cronaca, tra le tante visite già ricevute, il Premier non avrà quella di Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, che ha invece fatto sapere che si risparmierà l’imbarazzo: "Non sono ipocrita" ha detto ai cronisti.
 


DON LUIGI VERZE’ CONSOLA IL CAV. E LUI: PERCHE’ MI ODIANO?
A confortare Berlusconi è andato anche don Luigi Verzè, fondatore del San Raffaele: "Stamattina ho detto al premier che quanto avvenuto ieri sera è un monito a lui e al Paese. Monito che poi ho ripetuto al presidente Fini e all’onorevole Bersani. Occorre modificare la Costituzione Italiana. Ho trovato il presidente umiliato, non tanto dal fatto traumatico ma da quello che esso rappresenta: l’odio. Mi ha detto: ‘Io voglio bene a tutti, voglio il bene di tutti, non capisco perchè mi odino a questo punto’. Il resto di ciò che mi ha detto appartiene a lui e a me. Posso dire che ci vogliamo un gran bene perchè è un uomo capace di amare così come io non voglio che altro che amare".

PIENA CONFESSIONE DELL’AGGRESSORE: FORTE DISSENSO PER BERLUSCONI. AVEVA UNO SPUNTONE DI PLEXIGLAS DI 20 CM
Nella notte è stato trasferito a San Vittore, dove ora è guardato a vista. E nelle oltre quattro ore di interrogatorio, prima del trasferimento nel carcere di San Vittore, Massimo Tartaglia (nella foto, assieme al Premier ferito) ha reso piena confessione. Davanti al pm e agli agenti della Digos, domenica sera, il 42enne che ha ferito il premier Silvio Berlusconi in piazza Duomo ha giustificato il suo gesto con motivazioni politiche: avrebbe parlato di forte dissenso dalle politiche del Pdl e in particolare del premier. Gli investigatori hanno trovato nella piccola borsa dell’uomo arrestato uno spuntone di plexiglas lungo 20 centimetri, un grosso accendino da tavolo, un crocifisso di 30 centimetri e un soprammobile di quarzo del peso di diversi etti. La contestazione della premeditazione è scattata anche perché due di questi oggetti (l’accendino e lo spuntone di plexiglas) Tartaglia li aveva presi dalla propria abitazione. Tartaglia, che ha dei problemi mentali, ha spiegato nel suo racconto che era andato al Duomo per assistere al comizio del premier e che se ne era andato quando ancora Berlusconi era sul palco, dissentendo da quello che il presidente del Consiglio stava dicendo. Il grafico 42enne stava raggiungendo la metropolitana quando ha visto la macchina del presidente del Consiglio parcheggiata, ma soprattutto ha sentito le grida di alcuni contestatori che hanno attratto la sua attenzione. A quel punto si è infilato in una strada laterale per tornare indietro e si è trovato davanti Berlusconi a cui ha lanciato il souvenir che aveva comprato poco prima su una bancarella.
Nella notte al San Raffaele è arrivata anche la telefonata di Alessandro Tartaglia, il padre di Massimo, l’aggressore del Premier. L’uomo ha confermato che il figlio è psicolabile e sotto trattamento farmacologico. E si è detto costernato per l’accaduto.

 

MARONI: VALUTIAMO OSCURAMENTO SITI INTERNET CHE INCITANO ALLA VIOLENZA
"Valutiamo di oscurare i siti internet che incitano alla violenza". Lo ha detto il ministro degli Interno, Roberto Maroni, al termine del vertice in prefettura a Milano dopo l’aggressione di ieri al premier Berlusconi. "Ieri Silvio Berlusconi ha rischiato di essere ferito gravemente, di essere ucciso", ha proseguito il ministro. Nonostante il premier abbia rischiato di essere ucciso, è il pensiero del ministro degli Interno, Maroni, "un esponente del Pd non ha trovato di meglio che dire ‘non faccia la vittima’. Io spero che questo fatto contribuisca a cambiare il clima ma con questa dichiarazione non si comincia bene". Il ministro pur senza nominarla, ha risposto così a Rosy Bindi e al suo commento sull’aggressione a Berlusconi.
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, dopo l’aggressione di ieri al presidente del Consiglio ha annunciato che verranno valutate misure di sicurezza personali per Silvio Berlusconi. "Le persone addette alla sicurezza di Berlusconi sono dei professionisti – ha detto Maroni -. Bisogna però sapere che la sicurezza del presidente del consiglio è demandata ai servizi segreti e non al ministero dell’Interno. Valuteremo come fare per il futuro". Maroni ha quindi spiegato che la sicurezza in un luogo pubblico è molto più difficile da controllare rispetto a un luogo chiuso, come per esempio lo stadio: "Berlusconi ha tutto il diritto – ha spiegato – di avvicinarsi ai suoi sostenitori, perché questa è la democrazia ed è la politica".
"Condivido le parole del presidente della Repubblica e sottoscrivo l’appello affinché si ritorni a un clima di reciproco rispetto". Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni commentando l’aggressione subita ieri dal presidente del consiglio. Maroni ha quindi citato un articolo del giornalista del Corriere Massimo Franco, che oggi ha scritto come "un gesto di follia può servire per recuperare un po’ di normalità". "Questo gesto inqualificabile – ha proseguito Maroni – spero possa servire veramente per recuperare un po’ di normalità nel confronto, nella dialettica e nel contrasto delle idee. La speranza è che venga lasciata da parte la violenza fisica e verbale, soprattutto all’inizio di una campagna elettorale, che sarà accesa nei toni, come è giusto che sia".
 

CLICCA QUI per leggere la cronaca dell’aggressione e le prime reazioni.

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