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L’impero giallo

da Redazione

Da gennaio le quotazioni dell’oro salite del 39%.

Un record dopo l’altro, dall’inizio dell’anno, le quotazioni dell’oro sono salite del 39%. Passano i secoli, passano i millenni ma l’impero del Re Giallo non accenna a tramontare. Non solo nella testa della gente comune e non rimane il bene rifugio per antonomasia (vi ricordate di Licio Gelli che ne aveva nascosto quasi 200 kg nei vasi del giardino di Villa Wanda?) ma anche le teste d’uovo delle Banche Centrali lo ritengono ancora bene di massima sicurezza. Quest’anno le banche centrali sono tornate ad accumulare oro e non accadeva dal 1988. Lo scorso 12 novembre, la banca centrale dell’India ha comprato la metà dei lingotti messi in vendita dal FMI: Mumbay ha staccato un assegno di 6,7 miliardi di dollari per 200 tonnellate di metallo giallo. I grandi paesi emergenti da tempo stanno rimpinguando le loro riserve per colmare un gap storico. I paesi occidentali sviluppati detengono in oro circa il 12% delle loro riserve, la Cina solo l’1,7%, la Russia il 4,5% e l’India il 7,1%. Ma c’è un altro motore di ultima generazione a a perpetuare il successo millenario dell’oro: il boom dell’oro di carta. Il successo degli Eft lo si vede nei numeri del World Gold Council: nel 2007 sono stati investiti 5,5 miliardi di dollari negli Etf dell’oro, nei primi 9 mesi del 2009 la scommessa è salita oltre 16 miliardi, portando il totale verso quota 60 miliardi.

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