Milan qualificato, Juventus a casa per mano del Bayern. È questo l’esito della serata di Champions League, aspettando le ultime sfide che questa sera chiuderanno la fase a gironi. C’è da fare il tifo per la Fiorentina, che a Liverpool si gioca il primo posto nel girone ma è già sicura di passare. E c’è l’Inter che contro i russi del Rubin Kazan rischia grosso. Mourinho è nervoso e non lo nasconde. E se la prende con Sandro Mazzola che ha ipotizzato un suo esonero in caso di debacle stasera.
La nottata di Champions League in chiaroscuro deve far riflettere sul futuro delle due rivali dell’Inter nella lotta per lo scudetto. Detto che né il Milan né la Juventus hanno offerto prove all’altezza della situazione, il risultato finale della fase eliminatoria della massima competizione calcistica europea parla chiaro: entrambe le squadre quest’anno hanno messo in campo un nuovo progetto di gioco, quello del Milan – che fra l’altro necessitava di una quadratura del cerchio molto più astrusa dopo la partenza di Kakà e con un vero e proprio rebus in attacco – può essere valutato positivamente, quello della Juventus è tutto da rivedere. E non solo alla luce della debacle di ieri sera contro il Bayern Monaco che è costato la retrocessione in Europa League: tra malumori (Diego in primis), giocatori poco sfruttati (Giovinco), problemi evidenti in fase difensiva e, più di ogni altra cosa, un evidente blocco psicologico, la Juve deve fermarsi a riflettere per non gettare alle ortiche l’intero campionato. Del resto è passato così poco dal successo sull’Inter che ha riaperto tutti i giochi ed ha dato l’illusione che la Juve fosse realmente guarita.
QUI MILAN
Partiamo dalle buone notizie. Grazie alla (preventivabile) vittoria del Real Madrid a Marsiglia, il Milan di Leonardo ha conquistato la qualificazione alla seconda fase. Un risultato tutt’altro che scontato, arrivato con grande fatica e non pochi brividi, condizioni queste che avranno probabilmente ripercussioni sulla prossima partita di campionato. Ma era importante centrare l’obiettivo e i rossoneri ci sono riusciti.
Dopo un orrido primo tempo, che ha visto il Milan perdere Thiago Silva (sempre più insostituibile) per infortunio, andare sotto per una punizione di Gajic e subire il gioco spumeggiante di uno Zurigo che nel campionato svizzero è settimo (e in serie A ci sono solo 10 squadre…), si possono fare solo due ipotesi: a) il gioco del Milan va benone per il campionato italiano ma non è adatto alle serate di Champions League; b) di fronte ad un avversario fuori dai giochi e senza inibizioni, con la qualificazione da conquistare coi denti, è subentrato il peso della pressione psicologica. Fatto sta che nella ripresa è servito il preziosissimo Borriello – col tempo, siamo certi si dimostrerà il vero “fattore” di questo Milan – che ha guadagnato un rigore vitale, realizzato da Ronaldinho, con tanto di espulsione dell’avversario, Rochat. Qui i rossoneri prendono fiducia, ma è anche lo Zurigo che cala vistosamente, e sfiorano più volte il gol del raddoppio. Intanto il Real infila anche il terzo gol al Marsiglia e chiude il discorso qualificazione e incassa anche il primo posto nel girone. Cosa che mette addosso agli uomini di Leonardo il rischio di incontrare una “big” già negli ottavi.
“Mi ha chiamato subito Florentino Perez e l’ho ringraziato, non sono felice quando si gioca così male”, ha commentato a caldo un Galliani evidentemente deluso da una serata che comunque non si aspettava tranquilla. “Lo sapevo – prosegue – l’avevo detto che ci sarebbe stata una partita di questo genere perché erano in troppi con problemi e quindi con un modulo offensivo come il nostro, quando non stanno tutti bene, si corrono dei rischi”. Il Milan quindi “è tornato sulla terra” al termine di una partita in cui ha giocato ”un calcio non bellissimo” e ora Galliani guarda al sorteggio con un altro ‘fantasma’ chiamato Ancelotti da evitare: ”Speriamo di non dover trovare Carletto: se lo incontriamo dopo aver trovato Kakà nel girone, avremmo fatto bingo”. Leonardo si rammarica di più per la partita di andata contro lo Zurigo che “ci ha condizionato. Potevamo vincerla e invece quella sconfitta ci ha portato a lottare fino alla fine per la qualificazione. Loro hanno giocato molto più sciolti, senza obiettivi e poi la vigilia non è stata semplice, con tanti giocatori in forse”. E il tecnico rossonero snocciola la lista con Thiago Silva bloccato da un problema al polpaccio, Ambrosini con due giorni di febbre, Kaladze con una botta che ne ha messo in dubbio anche la panchina, eccetera. Ma anche con un uomo in più non è che il Milan abbia incantato e abbia cercato davvero la vittoria: “In quel momento lo Zurigo si è messo più indietro e tutti e nove a difendere nella loro metà campo. Poi è arrivata la notizia del Real che vinceva 3-1 e quindi abbiamo aggredito di meno”. Nessuno glielo chiede e allora Leonardo ricorda da solo che “non bisogna sottovalutare la qualificazione, era una gara decisiva e non facciamola passare come una cosa non importante. L’obiettivo era andare avanti – conclude – e questa è una cosa importantissima”.
QUI JUVENTUS
Partiamo da una notizia “collaterale” di oggi per dire che in casa Juve piove sul bagnato: l’eliminazione dalla Champions League ha provocato anche un tonfo in borsa del titolo Juventus. Titolo che è il peggiore di tutto il listino, con una flessione del 7%.
E poi proseguiamo con un’altra notizia importante: il presidente Jean-Claude Blanc, senza nascondere l’amarezza, conferma la piena fiducia a Ciro Ferrara. “Sono arrabbiato e deluso, ma il calcio è così – spiega il presidente bianconero -. Il nostro progetto però è forte, si va avanti sulla stessa linea, con Ferrara allenatore. Bisogna avere fiducia perché il nostro è un gruppo di qualità, bisogna lavorare uniti a partire da subito”.
Ma cosa non ha funzionato nel meccanismo-Juve ieri sera? Cosa si è inceppato in una macchina capace di mettere al tappeto l’Inter appena tre giorni prima? Il Bayern visto finora sembrava tutto fuorché uno schiacciasassi: una squadra in crescita, questo sì, ma non insuperabile, soprattutto fuori casa, soprattutto a Torino, con un Van Gaal che in Germania è messo in discussione sicuramente più di quanto non sia Ferrara da noi. E poi la partita per la Juve si era anche messa maledettamente bene, con il gol di Trezeguet che al volo scaglia in rete quello che sarà il suo gol numero 168 in bianconero, uno più di Sivori, e scusate. Ma il Bayern stavolta c’è, ha voglia di far male, è convinto dei propri mezzi. Sa che ha in canna il colpaccio, l’impresa vera. E mette alle corde i bianconeri. Un ingenuo Cacares atterra Olic e Butt, il portiere dei bavaresi, dal dischetto è implacabile. Alla fine del primo tempo l’1-1 va più che bene alla Juventus, in grande difficoltà. E nella ripresa entra in campo una sola squadra, il Bayern, con Olic, Gomez e Tymoschuk che infieriscono. Alla fine sarà 4-1, impietoso, tra i fischi sonori del pubblico.
Non capitava dalla stagione 2000-2001 che la Juventus non superasse la fase a gironi. “E’ una grande delusione non tanto per me, quanto per tutto l’ambiente, la società, i tifosi – ammette Ciro Ferrara – Fa male uscire dalla Champions, ma nelle ultime due partite abbiamo raccolto zero punti e stavolta abbiamo dimostrato che non sappiamo gestire il pareggio. Il Bayern ci è stato superiore in tutto, nella corsa, dal punto di vista tecnico e tattico, ci ha creato diverse difficoltà. Noi invece abbiamo fatto molto poco”. La Juve è apparsa inferiore soprattutto nel gioco. ”E’ difficile spiegare i motivi – prosegue il tecnico bianconero -. Non è giusto trovare alibi, anche se sappiamo tutti il dispendio enorme di energie fisiche e mentali che c’è stato sabato contro l’Inter. Il rombo? Molto spesso loro ci hanno messo in difficoltà con gli esterni larghi, trovando la giocata giusta tra le linee”. Jean-Claude Blanc, dopo aver riconfermato la fiducia al suo tecnico analizza la gara. “Il Bayern ha disputato la più bella partita della stagione, mentre noi giocato abbiamo giocato male, ha vinto il migliore in campo. Credo che abbiamo pagato gli sforzi di sabato sera, a livello fisico ed emotivo. Questo ha forse fatto la differenza. Capiamo la delusione dei tifosi, avevamo altri obiettivi. La forza di una squadra si vede però nell’attaccamento dei tifosi”. Tra le delusioni della serata juventina bisogna inserire anche Diego e Felipe Melo. I due brasiliani, fiore all’occhiello della campagna acquisti estiva, sono stati sostituiti e sono usciti tra i fischi del pubblico. Ferrara li difende: “Non faccio un’analisi dei due ragazzi, faccio un’analisi più ampia che coinvolge tutti, compreso il sottoscritto. Non è giusto colpevolizzarli perché la prestazione in generale non è stata di alto livello”. Da parte sua Diego non si nasconde. “I fischi dei tifosi sono giusti – spiega il brasiliano, ancora a secco di gol in Europa con la maglia bianconera – Non abbiamo fatto bene, è normale che i tifosi reagiscano così, è giusto. Sono il primo a dire che devo fare meglio, in allenamento e in partita. Come si riparte? Con personalità. Non abbiamo raggiunto un obiettivo, è un momento molto difficile, ora dobbiamo lavorare uniti”. Duro Fabio Cannavaro. ”E’ stata una partita da dimenticare – sottolinea il capitano della Nazionale -. Dopo il vantaggio, non siamo riusciti a gestire la gara e a portarla in porto. E’ mancato lo spirito visto contro l’Inter. Se manchiamo in questo diventiamo una squadra normale. Sabato sera si era intravisto qualcosa di positivo, non ci siamo ripetuti. Ora il campionato resta un obiettivo importantissimo”.
Il Bayern intanto festeggia una meritata qualificazione. ”La mia squadra è stata decisamente la migliore – esulta il tecnico Louis Van Gaal -. Abbiamo giocato un primo tempo straordinario, ma non abbiamo avuto la fortuna di chiudere la gara. Nel secondo tempo poi abbiamo giocato un grande calcio, dimostrando grande mentalità. E’ giusto che sia stato il Bayern a passare il turno. E mentre il Bayern festeggia, i tifosi juventini e invocano Luciano Moggi. Il calcio va così.
QUI INTER
La posta in palio è importante, lo si capisce sentendo parlare Josè Mourinho nella tradizionale conferenza stampa di pre-Champions. Il tecnico portoghese si esprime a monosillabi, se la prende con la stampa come nei giorni migliori (o nelle vigilie peggiori), sa che la sfida di stasera contro il Rubin Kazan è non solo una gara senza ritorno, ma anche un crocevia fondamentale nella sua storia a Milano. La partita odierna contro i campioni di Russia l’aveva definita come “una finale”, dopo la debacle col Barcellona 15 giorni fa. Una figuraccia che oggi Mourinho ha archiviato con grande rapidità ("Sono passati 15 giorni, un mese forse, non mi ricordo piu’ come e’ stata quella partita"); rapidità che spesso fa rima con arroganza, tanto che la conferenza stampa della vigilia diventa un pressoché inutile scorrere di monosillabi e frasi del tipo "Non capisco" oppure "E’ un libro o una domanda?". Nessun argomento approfondito, a partire dalla formazione: "Voi giornalisti siete tutti bravi a sapere la formazione prima della partita; siete tutti bravi perché quando io dirigo l’allenamento, voi potete spiare dagli alberi o sapere qualcosa dai vostri informatori. Questa volta – sottolinea – neanche i miei assistenti sanno con che tipo di squadra l’Inter scenderà in campo domani (oggi, ndr), lo so solo io. Voglio vedere domani mattina se sarete bravi a leggere i miei pensieri e a scoprire la squadra che giocherà".
In realtà anche questo denota il nervosismo che precede la sfida col Rubin (nervosismo che se viene canalato nella giusta direzione potrà essere determinante), perché l’undici titolare è praticamente fatto, con Wesley Sneijder, che ha parlato prima del tecnico, annunciando il proprio rientro dopo tre settimane: "Sarebbe un po’ strano sedere qui e non poter essere a disposizione per la gara di domani sera", ha dichiarato il talismano olandese (con lui in campo l’Inter non ha mai perso), che giocherà alle spalle di Milito ed Eto’o. Rientra anche Maicon, mentre Zanetti rileverà sulla fascia sinistra lo squalificato Chivu. La partita vale tanto, l’avversario è di livello: lo ha dimostrato nella gara d’andata e conquistando 4 punti sui 6 disponibili con il Barcellona. Niente male per chi è all’esordio assoluto in Champions.
"Voglio innanzitutto fare i complimenti al Rubin per la vittoria del campionato. Il Rubin – dice Mou – ha vinto in un campionato non facile e con 4, 5 o 6 squadre di grande qualità. Ma noi non abbiamo alcun timore, siamo meglio del Rubin e credo che vinceremo. L’Inter dovrà vincere. Neanche pareggiare, vincere". In effetti, col pari (lo 0-0 oppure 1-1) i nerazzurri passerebbero qualora il Barcellona uscisse imbattuto dalla trasferta ucraina. Il peccato maggiore però sarebbe fare calcoli, giocare per il pari in attesa di buone notizie da Kiev. L’Inter è chiamata a una prova… da Inter anche in Europa, Mourinho lo sa, lo sanno perfettamente anche i giocatori. Mou sa ma non dice, e risponde piccato a chi, come Sandro Mazzola, ha ipotizzato un suo addio in caso di eliminazione anticipata dalla massima competizione continentale.”So chi è stato Mazzola nell’Inter, ma adesso che ruolo ha? E’ lui che firma gli assegni?".
E la polemica, l’ennesima, innescata da Mou, trova una pronta risposta dall’ex campione nerazzurro, ora commentatore televisivo. Mazzola infatti, parlando a Radio24-Il Sole 24 Ore, ha risposto usando l’ironia: ”Lo stipendio di Mourinho? Sono azionista di Inter e Saras, lo pago anch’io…”. ”Mourinho dovrebbe informarsi meglio: anche se per una parte infinitesimale – prosegue Mazzola – anch’io contribuisco a pagare il suo stipendio,visto che sono azionista dell’inter e della Saras. Non pensavo che un parere calcistico meritasse una risposta del genere, ma visto che Mourinho è sempre ben informato, beh, allora è meglio che si documenti meglio…”.
QUI FIORENTINA
Con i viola già qualificati e una partita che conta solo per il primo posto nel girone, la Fiorentina sfida il Liverpool già eliminato. Ma Cesare Prandelli carica i suoi: la Champions League è un palcoscenico che esalta il mister dei toscani. “E’ una partita storica per noi e chi giocherà cercherà di fare qualcosa che resti nella storia della Fiorentina”.
Fiorentina che è reduce da quattro successi di fila nella massima competizione europea. “Mi auguro che questa gara sia un inizio per la Fiorentina, il fatto che i Della Valle saranno in tribuna è un segnale forte, vorrei da oggi scrivere qualcosa di importante. Gli ottavi non sono un traguardo, ora dobbiamo fare l’ultimo sforzo poi a gennaio aspetteremo”, ha aggiunto Prandelli riferendosi anche al mercato. Per il resto tiene banco l’emergenza infortuni: a Mutu e Gamberini assenti da tempo (e comunque presenti a Liverpool) e allo squalificato Dainelli si sono aggiunti in queste ore Zanetti, alle prese con un dolore al tendine rotuleo; e Gobbi, che in allenamento s’è procurato una lesione muscolare e dovrà fermarsi per 7-10 giorni. Inoltre sia Jovetic che Vargas sono in dubbio e su loro Prandelli, che porterà in panchina i primavera Aya e Carraro, deciderà all’ultimo momento: entrambi ieri non si sono allenati, il primo per una distorsione alla caviglia destra rimediata con l’Atalanta, il secondo per affaticamento. ”Sarà difficile mettere insieme la formazione titolare – ha sospirato il tecnico viola – sto studiando soluzioni tattiche che abbiano un senso”. Per sua fortuna rientrerà intanto Marchionni, che ha smaltito l’infortunio muscolare patito con l’Inter: probabile il suo impiego da titolare. Quanto al fatto che la Rai, per il secondo anno di fila, non abbia mai trasmesso in chiaro una gara di Champions della Fiorentina Prandelli ha risposto: ”Io non posso dire nulla, forse sono questioni di contratto, comunque è una domanda che va fatta ai dirigenti”. Adesso i Della Valle hanno ben altro cui pensare: il presidente dimissionario Andrea ha volato con la squadra (i giocatori si sono portati le famiglie, sullo stesso aereo anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi) mentre il fratello Diego arriverà a Liverpool, invasa da tremila tifosi viola, oggi, direttamente dagli Usa. ”Giocare all’Anfield già qualificati e avendo eliminato il grande Liverpool è qualcosa che qualche mese fa era impensabile. Conquistando gli ottavi abbiamo già scritto un pezzo di storia ed è giusto essere felici, ora proviamo a centrare l’ennesima impresa straordinaria, proviamo a difendere il primo posto. Questo gruppo, come dico da tempo, è eccezionale e nonostante qualche incidente di percorso può ancora stupire – ha affermato Andrea Della Valle – Siamo più forti dello scorso anno perché la squadra è più convinta, quindi giochiamo all’Anfield a testa alta”.