Home FixingFixing Diario della crisi del 4 dicembre 2009

Diario della crisi del 4 dicembre 2009

da Redazione

Negli Usa i buoni “nutrizionali” sono tornati di moda: ne ha diritto una famiglia su 4, un programma alimentare da Grande Depressione.

E’ una storia di fame dura e obesità. Un Paese che mangia troppo e male, un Paese che mangia poco e male. E’ la storia dell’America del terzo millennio sotto i colpi della Crisi che lasciano un segno inimmaginabile per chi è abituato alle luci di Manhattan. E’ una storia di un tragico successo, quello dello Snap, ovvero il piano di assistenza federale per bisognosi, il Supplemental Nutrition Assistance Program. Per intenderci, buoni federali per l’acquisto di cibo, che tanto ricordano le tessere annonarie italiane per distribuzione del cibo prima e durante la seconda guerra mondiale. Nell’era Obama con la disoccupazione al 10,2% che va a braccetto al record di ex proprietari che hanno perso la casa, i buoni “nutrizionali” sono tornati di gran moda. Normalità sconcertante, sempre meno una vergognosa tragedia privata e pubblica. Ne hanno diritto le famiglie con reddito inferiore al 130% del livello di povertà fissato dal governo: una famiglia di quattro persone in questa condizione ottiene una somma mensile di 500-580 dollari. Dal dicembre 2007, mese ufficiale di avvio della recessione, sono aumentati di nove milioni quelli che ricevono i food stamps arrivando a 36,5 milioni. Record veramente incredibile per quella che è ancora (per quanto?) l’economia-traino del mondo. Il ricorso ai buoni alimentari è trasversale anche geograficamente, interessa tutte le aree del Paese: dall’Alaska alla Florida. Un americano su otto entra al supermercato con la “carta di credito” firmata dal governo e si calcola che, nelle case, un bambino su quattro benefici del sussidio. Le statistiche del fenomeno, rilevato da un’inchiesta del New York Times su base nazionale, illustrano però un ricorso molto poco trasversale su base etnica ai food stamps: li chiede il 12,5% degli americani, che però sono per l’8%, il 28% neri, il 15% latinos.
Kevin Concannon, sottosegretario all’Agricoltura, al Nyt ha dichiarato: “Questo è il periodo della massima urgenza per i nostri programmi alimentari, se si escludono gli anni della Grande Depressione”.

Saverio Mercadante

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