Quanto sta costando a San Marino lo scudo fiscale? Più di 2 miliardi di euro. In linea con le previsioni di Ambrosetti, mentre continua il conto alla rovescia per la chiusura del provvedimento (proroghe escluse). Intanto il Governo, come BCSM, commenta positivamente la circolare n. 52/E (scaricabile all’interno) che prolunga i termini per garantire il perfezionamento delle operazioni di rimpatrio.
Due miliardi e 50 milioni di euro. A tanto ammonta la cifra uscita dalla Repubblica di San Marino per rientrare in Italia.
Una cifra in linea con la “forchetta” indicata da Valerio De Molli (Ambrosetti) nei mesi scorsi, dati rilanciati nel corso del terzo San Marino Forum.
Mentre continua il conto alla rovescia per la chiusura dello scudo fiscale (ma la proroga aleggia sempre nell’aria), l’Esecutivo sammarinese commenta positivamente la nuova circolare dell’Agenzia delle Entrate, la n. 52/E (CLICCA QUI per scaricarla in formato pdf) varata ad hoc per il Titano, in merito allo scudo, che prevede una proroga per il perfezionamento delle operazioni di rimpatrio sino al 31 giugno 2010 (anche se a dire il vero per tutti gli altri Paesi è al 31 dicembre 2010).
Dopo la nota positiva di BCSM, insomma, arriva anche quella del Governo, ribadita nel corso di una conferenza stampa.
Il segretario di Stato per le Finanze, Gabriele Gatti, ha spiegato che è stato lui stesso, a scrivere al collega italiano Giulio Tremonti per segnalare che "le peculiarità dell’ordinamento giuridico sammarinese in materia di sistemi di pagamento, strumenti finanziari e servizi di investimento stanno creando oggettive difficoltà all’esecuzione del rimpatrio". E a chiedere dunque la possibilità di poterla prorogare fino alla fine di giugno 2010.
Richiesta prontamente accolta. La circolare, commenta Gatti, è dunque "un fatto positivo, dà più tranquillità in questa ultima fase di scudo", che resta "pesante per la nostra economia". Così il titolare delle Finanze risponde anche a quanti criticano la circolare varata per San Marino, dato che l’Agenzia delle Entrate aveva già previsto la possibilità di perfezionare il rimpatrio di capitali fino al 31 dicembre 2010, per quelle operazioni che "per cause oggettive esterne non dipendenti dalla volontà dell’interessato" hanno bisogno di maggiore tempo per concludersi.