Buco di 59 mld per l’immobiliare controllata dal governo. L’esecutivo gela i creditori: “Non garantiamo i debiti”.
La notizia del crack della Dubai World assomiglia un po’ all’inabissamento del Titanic: considerati entrambi inaffondabili, sono colati a picco. Ma se il transatlantico è sceso nei fondi marini dell’oceano, per la DW – pare – ci siano scialuppe di salvataggio per evitare la catastrofe. La crisi della Dubai World, la società immobiliare controllata dal governo del Dubai oberata da 59 miliardi di dollari di debiti e che qualche sera fa ha chiesto un congelamento del pagamento degli interessi sui debiti, sta avendo ripercussioni su tutte le borse del pianeta. Non ci sono abbastanza informazioni sul reale stato della crisi, e così si allontana il sogno di una ripresa globale dopo la crisi finanziaria innescata nel settembre 2008 dal crollo della Lehman Brothers. Gli investitori in particolare, sono preoccupati dalla mancanza di informazioni sul reale stato della crisi di Dubai World. Non è bastata a tranquillizzare gli animi la dichiarazione rilasciata dopo la notizia dallo sceicco al-Mak-toum. Tanto più che la conference call con gli investitori si è interrotta bruscamente per un sovraccarico delle linee telefoniche. E così sui mercati europei è partita un’altra ondata di vendite innescata proprio dall’incertezza sulla situazione finanziaria della Dubai World, il cui settore immobiliare si è gonfiato a dismisura per poi scoppiare all’inizio del 2009. In particolare gli investitori internazionali vorrebbero sapere se lo “standstill”, il congelamento del pagamento del debito, sia un’opzione offerta dai creditori alla società, o un’imposizione della società ai debitori. Nel secondo caso, infatti, saremmo di fronte a un vero e proprio default del debito del Paese che potrebbe affossare la credibilità degli Emirati arabi e dei mercati.
Il secondo punto che inquieta la comunità finanziaria riguarda i rapporti tra Dubai e Abu Dhabi, l’emirato confinante ricco di petrolio che nel fino a qualche giorno fa ha fornito le risorse finanziarie necessarie per garantire i prestiti del Dubai. La Banca Centrale degli Emirati, per calmierare le preoccupazioni, ha infatti assicurato liquidità al sistema, al tasso Eior (Emirates Interbank Offered Rate) + 50 punti base, al fine di limitare l’onda d’urto che si potrebbe verificare alla riapertura delle borse regionali sui titoli degli istituti di credito maggiormente esposti alla richiesta di ristrutturazione del debito. E lo stesso Istituto Centrale ha dichiarato che le proprie casse risultano essere in una situazione più solida rispetto a quella di un anno fa.
Intanto il governo di Dubai, per voce del dg del ministero delle Finanze Abddulrahman al-Saleh, ha annunciato di non intende garantire i debiti di DW e i suoi creditori subiranno “a breve termine” le conseguenze della ristrutturazione del debito della conglomerata. a picco, e paura in Europa. Dopo il fantasma yankee di Lehman, si affaccia un nuovo spettro.
Alessandro Carli