Soddisfazione per l’intesa con l’Italia sulla collaborazione finanziaria. L’altra faccia della medaglia: riciclaggio da un miliardo di euro: perquisizioni alla SMI, 50 indagati.
“Le nuvole si sono diradate anche se non sono scomparse. Un bel passo in avanti, anche inaspettato. Come per il Moneyval e per l’ingresso nella white list, non ci aspettavamo anche per l’accordo di collaborazione finanziaria questa accelerazione. Una pietra miliare per l’acquisita chiarezza sullo scenario sul quale le banche sammarinesi si muovono. La Banca Centrale dopo questo accordo ricoprirà un ruolo di grande responsabilità per la definizione delle modalità tecniche di attuazione in concerto con la Banca d’Italia”, ha affermato alla stampa Pier Paolo Fabbri, presidente di ABS. Se il mondo bancario, attraverso il suo massimo rappresentante, si esprime con tanta sorpresa e allo stesso tempo con palese compiacimento per la firma a Palazzo Begni dell’accordo di collaborazione finanziaria, si può affermare con una certa sicurezza che per molti, anche se non tutti, l’accordo del 26 novembre, è stato vissuto come una vera, positiva svolta nei rapporti con l’Italia. “Un accordo importante per due motivi: potrà favorire la conclusione delle trattative per la dismissione del Gruppo Delta e la definizione di un accordo tra Banca d’Italia e Banca Centrale di San Marino”, ha affermato Tito Masi, presidente della Fondazione San Marino andando con realismo al nocciolo delle questioni più importanti. “E’ di grande significato – ha continuato – la normalizzazione dei rapporti tra i due Stati. Si torna a un rapporto di amicizie e buon vicinato che negli ultimi mesi era venuto meno. E’ un punto di partenza e non di arrivo per affrontare i nodi e i problemi che sono ancora sul tappeto”. Anche le imprese hanno espresso una certa soddisfazione: “Questo è un accordo importante per il modo in cui lo avevamo preannunciato al San Marino Forum. Il mondo delle imprese si aspetta che sia solo il primo degli accordi strategici per il futuro della Repubblica. E fondamentale che si arrivi alla firma dell’accordo contro le doppie imposizioni fiscali”, ha sottolineato il presidente dell’ANIS Paolo Rondelli. Ma non sono mancate le critiche, più o meno pungenti sulla perdita di sovranità da parte di San Marino. Per il PSD, infatti, sono stati svenduti “pezzi di sovranità”. “Anche il memorandum che andranno a sottoscrivere le due Banche centrali – ha dichiarato Claudio Felici – non permetterà agli operatori sammarinesi di lavorare liberamente in Italia. Servirà sempre l’autorizzazione di Palazzo Koch. Dunque, il Patto per San Marino ha ben poco da festeggiare. Questa firma costa poco all’Italia e tanto a San Marino. Il testo doveva essere diverso, facciamo tanti sforzi senza avere in cambio nulla”. Il Patto aveva dichiarato il giorno prima che l’intesa non prevede nessuna intromissione di Banca d’Italia a San Marino, solo compiti di vigilanza in quegli istituti di credito nei quali c’è una partecipazione italiana. La stessa cosa, però, secondo la coalizione di maggioranza, sarà possibile oltre confine per il nostro organismo di vigilanza. Casi come quello di Asset, in questa analisi, si sarebbero potuti evitare. La BCSM sull’ipotetico ruolo di dominus della Banca d’Italia in territorio sammarinese ha smentito alcune notizie “gravemente fuorvianti apparse in questi giorni sulla stampa sammarinese ed italiana”. E ha precisato che “E’ destituita di ogni fondamento l’affermazione che – a seguito della firma del noto accordo di collaborazione finanziaria con l’Italia – l’Organo di Vigilanza italiano estenderà la propria competenza sugli intermediari sammarinesi. Più semplicemente, in linea con comuni standard internazionali in materia di vigilanza consolidata, le Autorità italiane e sammarinesi potranno rafforzare alcuni strumenti di supervisione sui soggetti residenti nell’altro paese controllati da intermediari residenti nel proprio”. Insomma, che Bossone sia “l’Agente all’Avana” dell’Italia a San Marino, per parafrasare la battuta di Brunetta al San Marino Forum pare francamente incredibile.
PERQUISIZIONI ALLA SMI
Mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Nucleo interforze, coordinato dal commissario della legge Rita Vannucci, e gli uomini dell’Agenzia di informazione finanziaria, hanno perquisito per tutto il giorno (martedì primo dicembre, ndr) gli uffici della Smi Sa, la San Marino investimenti. Le ipotesi di reato sono riciclaggio, associazione a delinquere, esercizio abusivo dell’attività finanziaria in Italia, falso in bilancio, appropriazione indebita. L’operazione rientra nell’ambito di una rogatoria internazionale proveniente dalla Procura di Roma. Le perquisizioni hanno interessato anche le abitazioni e gli uffici dei responsabili della holding, compresa quella del Conte Enrico Maria Pasquini, presidente del CdA e Ad della SMI. Pasquini, Ambasciatore di San Marino in Spagna. A San Marino non sono stati posti sotto sequestro conti correnti o somme di denaro ma solo documenti. Gli inquirenti italiani hanno già sequestrato conti correnti per circa 700mila euro, mentre altri 5 milioni di euro sarebbero stati bloccati nei mesi scorsi. Cinquanta le persone indagate, quasi tutti imprenditori. Una decina risiedono sul Titano ma non c’è alcuna richiesta di estradizione. Fonti italiane parlano di un giro di un miliardo di euro che coinvolgerebbe un migliaio di piccoli e medi imprenditori.
Saverio Mercadante