Si parla di un giro di vite sulle residenze fittizie in questi giorni. Fixing.com ha scovato un caso limite, che riguarda una persona molto conosciuta a San Marino. Loretta Menicucci, sammarinese doc, Vicepresidente dell’UNAS, Presidente dell’Associazione culturale Noor2, imprenditrice artigiana da 25 anni a Dogana, si è vista cancellare, senza preavviso, la propria residenza, perché ai controlli non è risultata a casa. E infatti era semplicemente al lavoro.
La questione delle residenze, vere o fittizie, è di stringente attualità a San Marino. Il Segretario di Stato alle Finanze Gabriele Gatti ha promesso un giro di vite: nel mirino ci sono, infatti, le residenze di 350 italiani sul Titano che presto verranno cancellate. E le residenze dei sammarinesi? Possono essere toccate, cancellate con un colpo di spugna, con tutte le (gravi) conseguenze del caso?
Fixing.com porta alla luce un caso limite, che coinvolge una persona molto conosciuta a San Marino. Il caso di Loretta Menicucci, cittadina sammarinese, figlia di padre sammarinese, residente sul Titano da oltre 35 anni, imprenditrice, vicepresidente di una delle più importanti associazioni di categoria (l’UNAS), titolare da ben 25 anni di una licenza artigiana a Dogana (con due dipendenti), Presidente di un’associazione culturale molto attiva in Repubblica, l’Associazione Noor2, docente alla Scuola professionale di Serravalle (di fatto, quindi, per lo Stato). Loretta Menicucci, appunto, nei giorni scorsi ha scoperto – per caso – che la residenza sammarinese le è stata revocata. E da allora è iniziata la sua personale battaglia (legale) contro la burocrazia sammarinese, per veder riconosciuto il proprio diritto.
Loretta Menicucci racconta il fatto. “Nei giorni scorsi mi sono recata all’Ufficio di Stato Civile per rinnovare la mia carta d’identità scaduta, e al momento del rinnovo l’impiegato mi ha comunicato che non avevo più la residenza sammarinese, perché per lo Stato io risiedo in Italia. Un problema per me che però si riflette su tutto il mio nucleo familiare”.
Ma come può essere successo? E perché? Se l’è chiesto?
“Naturalmente, mi sono informata. Mi sono rivolta alla Gendarmeria e mi hanno spiegato che hanno fatto alcuni controlli per verificare se risiedevo veramente al mio indirizzo e non mi hanno trovata. Così hanno dedotto che, possedendo beni in Italia, la mia residenza fosse da collocare lì e non a San Marino. Ma in realtà se non mi hanno trovata a casa è semplicemente perché lavoro tutto il giorno, praticamente vivo nel mio negozio, quando non sono occupata con i miei impegni, per così dire, più ‘istituzionali’, tra UNAS, l’associazione Noor e i miei corsi; quando poi non sono fuori per lavoro o altri motivi. Insomma, centinaia di persone mi conoscono e sanno di tutte le attività che svolgo in Repubblica. E sanno che chi ha bisogno di me mi trova senza problemi a Dogana, nella mia attività! Ma poi è tutto inconcepibile: siamo o non siamo l’antica terra della libertà? E allora come è possibile che mi tolgano la residenza semplicemente perché non mi trovano a casa? Non sono agli arresti domiciliari: io ho una vita lavorativa e sociale molto intensa, se non mi trovano in casa non devo rendere conto a nessuno. Sono una cittadina sammarinese che lavora sul territorio, che ha due dipendenti, che paga il tributario, non ho nulla da nascondere”.
E poi c’è il discorso della mancata notifica.
“Hanno detto che mi hanno spedito una raccomandata all’indirizzo di Rimini dove hanno presunto che io viva. Ma se non vivo lì, appunto, non posso sapere di avere della posta da ritirare… guardi, da sempre i postini mi recapitano la corrispondenza, tutta la corrispondenza, o a casa o in negozio, cioè sempre a Dogana. Tutta la corrispondenza, tranne questa raccomandata che mi privava della residenza…”.
Spesso non si riflette sull’importanza pratica della residenza. Materialmente, cosa le comporta in questo momento non averla più?
“Significa non avere più una situazione in regola da un punto di vista fiscale, lavorativo e sanitario: per avere una licenza artigianale è infatti necessaria una residenza sul territorio. Allora la domanda sorge spontanea: per questo periodo che ingiustamente non sono considerata residente a San Marino cosa devo fare? Non devo pagare le tasse, il fondo pensione? O magari devo chiudere la mia attività licenziando i dipendenti? È una situazione aberrante, non so come comportarmi se non affidare tutto quanto al mio avvocato. E poi da non residente non ho più neanche copertura sanitaria, né sammarinese, né ovviamente italiana. E di fatto non sono più in regola i miei documenti, la carta d’identità, il passaporto. La mia vita insomma è stata completamente annullata, annientata”.
E adesso?
“Adesso ho dato mandato all’avvocato per riottenere quanto prima la residenza con un provvedimento d’urgenza. Ma anche con un provvedimento d’urgenza serviranno diversi giorni, probabilmente una decina. E io per tutto questo tempo non ho una residenza a San Marino e per l’Italia, semplicemente, non esisto. Al di là dei problemi materiali che questo mi comporta, voglio arrivare ad ottenere soddisfazione piena. Ho già dato mandato al mio avvocato per richiedere i danni per questo atto assurdo e inconcepibile”.
Pensa che questo abbia qualche attinenza con le dichiarazioni di questi giorni relative alla caccia alle residenze italiane più o meno fittizie? Che si tratti insomma di un equivoco, o di un errore dovuto dall’eccesso di zelo nato dal desiderio di fare pulizia in questo campo?
“Io sono assolutamente d’accordo con il fatto che San Marino si debba dare regole precise e serie, e che le residenze ai furbetti, a partire da quelle 350 di cui si parla in questi giorni, vadano tolte. Ma il mio caso è ben diverso. Semplicemente perché io sono una cittadina sammarinese, di padre sammarinese, che ha un ruolo nella società sammarinese e sostiene l’economia sammarinese”.