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Guerra ai bonus dei manager

da Redazione

L’inchiesta parlamentare su Lehman ha evidenziato che il suo amministratore delegato ha incassato 270 milioni di dollari, in cinque anni di cui solo 3,75 come stipendio base.

Da una parte dell’oceano ci sono gli americani con la “scandalosa” AIG i cui bonus pagati ai loro manager hanno fatto inferocire o contribuenti a stelle e strisce ma che, troppo in fretta hanno dimenticato che anche Bear Stearns ha pagato 11,3 miliardi di dollari di bonus negli ultimi tre anni, mentre i “poveri” azionisti hanno ricevuto solo 1,4 miliardi, poi ridotti per la caduta delle azioni della Lehman banca acquirente, che Merrill Lynch ha pagato 45 miliardi di bonus e che la fallita ne ha pagati quasi 22. L’inchiesta parlamentare su Lehman ha poi evidenziato che il suo amministratore delegato ha incassato 270 milioni di dollari, in cinque anni di cui solo 3,75 come stipendio base. Sull’altra sponda dell’Atlantico abbiamo la Francia, i cui casi clamorosi non hanno riguardato solo le banche, in particolare Société Générale, ma anche società industriali come Valeo (componentistica auto), che con il governo molto sensibile all’umore dei cittadini ha scelto la linea dura in materia di bonus ai manager varando un decreto per vietare ricompense extra nelle aziende che hanno fruito degli aiuti dallo Stato. Da noi solo su alcuni Blog è possibile informarsi che nel 2008 l’Amministratore di un’importante impresa di telefonia italiana ha dovuto onorare contratti firmati dall’ex vicepresidente, per liquidare un gruppo di manager che ha portato l’azienda vicina al fallimento, pagando fior di milioni di euro per accompagnare alla porta questi signori. La politica dei ”premi” per chi viene estromesso è una follia, così come la consuetudine di premiare chi si assume il rischio più alto impiegando la leva finanziaria. In linea generale sembra facile ritenere che il “migliore” non abbia nulla di assoluto. Esiste certamente un “migliore” per ogni fase di mercato, ma a decidere chi tale sarà di volta in volta, spesso e volentieri è il caso. Il migliore, quando il mercato finanziario sale (o quando un determinato prodotto ha successo o è molto richiesto), è quello che ha rischiato di più. Il migliore con il mercato in discesa è quello che ha rischiato di meno. E quello che ha rischiato di meno, in assoluto, è chi non ha fatto e non intende fare nulla. Che sia proprio giusto premiarlo in nome del libero mercato?

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