Sono passati in Consiglio Grande e Generale i due ordini del giorno presentati dalla minoranza. Aborto e disabilità, per la tutela delle persone come esseri umani. Bocciata invece la proposta avanzata da Sinistra Unita sul ruolo delle giunte di Castello. Intanto slitta a dicembre il decreto salva-banche: l’opposizione ha detto no all’urgenza: "La maggioranza si assuma la responsabilità".
Sono i due temi su cui il Consiglio Grande e Generale trova l’accordo e approva due ordini del giorno presentati dalla minoranza. Il primo – sull’aborto – vede la firma Democratici di centro, ed è passato con 48 voti favorevoli, sette contrari e due astenuti, e impegna l’esecutivo "a rendersi parte attiva negli organismi internazionali di cui è parte affinché sia condannato l’uso dell’aborto come strumento di controllo demografico e affermi il diritto di ogni donna a non essere costretta ad abortire". Il secondo, accolto all’unanimità e presentato dal Partito dei socialisti e dei democratici, impegna invece il governo a "promuovere entro 60 giorni un’ampia discussione in Parlamento e, conseguentemente, a rendere edotta la cittadinanza e a intraprendere percorsi concreti e partecipati per garantire il monitoraggio sul territorio sammarinese dei principi sanciti dalla Convenzione internazionale per al tutela delle persone con disabilità". Bocciata invece la proposta avanzata da Sinistra Unita sul ruolo delle giunte di Castello alla luce dell’ipotesi di riforma, e anche per la richiesta dei Ddc di un’audizione in commissione Finanze e in commissione Affari esteri da parte di Banca Centrale e dell’Agenzia di informazione finanziaria. Ritirati, infine, l’odg dei Socialisti riformisti sulla conclusione del dibattito sull’accordo tripartito, e quello dei Ddc sui piani particolareggiati delle aree naturalistiche.
L’OPPOSIZIONE DICE NO ALL’URGENZA: SLITTA A DICEMBRE IL DECRETO SALVA-BANCHE
La maggioranza va avanti sul decreto salva-banche, che sarà operativo non appena i Capitani Reggenti lo firmeranno, per essere poi ratificato dal Consiglio in dicembre. Il vertice dei capigruppo si è concluso ieri nel tardo pomeriggio, a Palazzo Pubblico, mentre proseguivano i lavori del Consiglio grande e generale. Dal Patto è stata avanzata la richiesta di procedere per urgenza, nella sessione consiliare in corso, all’approvazione del provvedimento "Disposizioni urgenti in materia di pubblica garanzia sui finanziamenti erogati dalla Banca Centrale della Repubblica di San Marino". Ma sarebbero stati necessari 39 voti dell’Aula, i due terzi, per inserire all’ultimo il decreto all’ordine del giorno. L’invito è stato però rifiutato dal fronte dell’opposizione.
"Non abbiamo elementi che giustificano non solo il decreto, ma anche la sua urgenza", spiega Simone Celli, segretario del Partito dei socialisti e riformisti, che ribadisce le perplessità e le preoccupazioni già manifestate al segretario Gatti e a Banca centrale. "Auspichiamo che questo intervento possa effettivamente andare a salvaguardare il sistema bancario sammarinese – sostiene – ma è il governo che deve assumersi la piena responsabilità". Da parte sua, la coalizione di maggioranza difende il decreto che "risponde appieno all’esigenza di conferire ulteriore tranquillità al funzionamento complessivo del sistema bancario sammarinese – spiega una nota del Patto – e andrà in vigore all’atto della promulgazione", attesa a giorni.