I titoli di Stato greci stanno perdendo terreno da una settimana portando il differenziale con i bund tedeschi e facendo salire il timore che gli investitori stranieri possano decidere di portare i loro soldi in luoghi più sicuri.
Lo spread arrivato a ben 170 punti base, il punto più elevato dallo scorso 14 luglio, una voragine per il Tesoro greco costretto a pagare un sovrapprezzo per non rischiare di avere le aste deserte. Il problema è che il deficit per il 2009 è salito al 12,7%, il più elevato dell’Unione europea dopo quello irlandese. La Commissione europea ha aperto una procedura di deficit eccessivo. Senza contare che l’esposizione delle banche di Francia, Germania e Italia nei confronti della Grecia ammontava a giugno, secondo dati della Bri, a 122 miliardi di dollari. Anche l’Ocse ha lanciato l’allarme sulla tenuta dei conti pubblici mentre l’ufficio statistico greco ha annunciato il calo del Pil dello 0,3% nel terzo trimestre, un segnale in controtendenza rispetto a quasi tutti gli altri paesi che cautamente stanno risalendo la china. Al giro di boa la seduta di Piazza Affari si tinge di rosso. Milano, dopo un avvio che aveva fatto ben sperare, ritraccia, confermandosi così come il mercato più debole di Eurolandia con ribassi superiori al punto percentuale. Segnali negativi arrivano dai futures a stelle e strisce che registrano frazionali ribassi, lasciando prospettare un avvio all’insegna delle vendite per il mercato azionario statunitense. Sul fronte valutario frena l’euro contro il dollaro: il cross euro/dollaro viaggia a 1,4875, registrando un ribasso dello 0,25%, vicino ai minimi intraday. In calo anche il cross euro/yen che viaggia a 132,18, registrando un ribasso dello 0,32% dopo che la Banca Centrale del Giappone ha confermato i tassi di interesse allo 0,1% rispecchiando perfettamente le attese del mercato. Prezzi alla produzione tedeschi invariati per il mese di ottobre rispetto al mese precedente, quando il calo era stato dello -0.5% su mese. Le aspettative erano per una crescita di 0.2 punti percentuali ad ottobre, ma la crescita è stata zero. Su base annua si conferma il livello precedente registrato di settembre con l’indice a -7.6%.