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Introduzione di Tito Masi Il crac non incombe

da Redazione

La crisi? Non incombe su San Marino. Tito Masi, Presidente della Fondazione San Marino Cassa di Risparmio – SUMS. È la domanda provocatoria da cui è partito, per spiegare che “non siamo di fronte a un dramma”. Se ci sarà una contrazione, spiega Masi, si tornerà indietro di 4-5 anni, non sarà certo grave.

San Marino Forum 2009 – 20 novembre – Intervento 1

 

Tito Masi, Presidente della Fondazione san Marino Cassa di Risparmio SUMS parte con una domanda provocatoria: “Sul Titano incombe l’ombra del crac come ha titolato un quotidiano nazionale italiano (il Corriere della Sera, ndr)?" La risposta è prevedibile: "Le cose non stanno in questi termini, non è questa la realtà del nostro Paese”.

Sullo scudo fiscale: "Alcuni dati vengono diffusi ad arte. Quelli reali, effettivi, sono quelli diffusi da Banca Centrale di San Marino.
Dal 2001-2007 incremento della raccolta del 50%. Se la perdita di raccolta favorirà elementi di aggregazione del sistema, allora la contrazione porterà elementi positivi”.
Il Pil procapite. "Se anche ci fosse una diminuzione del 4-5%, si tornerebbe indietro di un paio di anni, non sarebbe certo drammatico per noi". Insomma, nessun pericolo di crac all’orizzonte.
Masi affronta anche la questione Delta, la società che la Cassa di Risparmio di San Marino deve cedere. "Delta è un’azienda sana, solida, che ha prodotto utili consistenti, controllata: ha subito 7 ispezioni di Bankitalia, l’ultima poco prima del commissariamento, e non sono emerse significative contestazioni. E’ stata stimata un anno fa 5 volte il proprio patrimonio. Venderemo Delta, e chi la comprerà farà sicuramente un grande affare”.
Fondamentali sani? "Guardiamo le economie di San Marino. Il comparto industriale, che dà il 40% del Prodotto interno lordo, contro il 18% del comparto finanziario. Abbiamo aziende sane che danno da lavorare a 6.500 frontalieri e che si mettono in luce nel mondo”. La verità, per Masi, è che "stiamo vivendo una fase di transizione".

“Paghiamo – prosegue Masi – il prezzo di una crescita troppo rapida del sistema bancario e finanziario, paghiamo l’esistenza di sacche di economia fasulla che approfittavano di alcune opportunità. Ma da qualche anno è in atto un cambiamento. Sono stati creati uffici per la vigilanza e il controllo, si è intervenuti sull’anonimato societario. Scelte che hanno portato a valutazioni positive di Ocse e Moneyval”.

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