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Obama in Cina nel segno dell’amicizia

da Redazione

Davanti agli studenti cinesi riuniti a Shangai il presidente statunitense Barack Obama non ha avuto dubbi e ha apertamente parlato di libertà di espressione e internet. Poi: "Gli altri Paesi guardano a quello che faranno Stati Uniti e Cina, questo è il peso che ci impone la nostra leadership".

Non è piaciuto al Los Angeles Times il profondo inchino di Barack Obama dinanzi all’imperatore giapponese Akihito. Sarcastico il titolo: "Fino a dove si abbasserà dinanzi ai monarchi?". E poi il commento: "Inchini verso il basso così evidenti, in Giappone, soprattutto tra le generazioni dei più anziani, sono un segno di grande rispetto e deferenza nei confronti di un superiore". "Ma forse – è il commento- negli Stati Uniti un’onesta stretta di mano sarebbe stata vista meglio". Messa da parte la polemica, Obama ha proseguito il suo viaggio in estremo Oriente: domenica il Presidente degli USA è arrivato in Cina. Cina e Stati Uniti non hanno bisogno di essere nemici. "Non è destino il fatto di essere avversari". Lo ha dichiarato Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti in occasione di un incontro con alcuni studenti cinesi a Shanghai. Il Presidente Usa ha fatto riferimento alla Cina come ad un "Paese maestoso" e ha affermato che relazioni positive tra Pechino e Washington potrebbero portare ad un mondo più pacifico e ricco. Obama ha anche parlato dei legami tra Cina e Taiwan affermando di non voler modificare la politica "one-China" di Washington, che vede la Repubblica Popolare cinese come legittimo Governo non solo della Cina, ma anche di Taiwan, Hong Kong e Macau. Obama si è detto infine contento dell’allentamento delle tensioni tra i due Paesi limitrofi. "Le relazioni economiche e commerciali che sono state intraprese in questa regione stanno aiutando ad affievolire la tensione". Il Presidente Usa ha infine spiegato di avere "un profondo desiderio" di vedere un miglioramento nei rapporti dei due Stati. Davanti agli studenti cinesi riuniti a Shangai il presidente statunitense Barack Obama non ha avuto dubbi e ha apertamente parlato di libertà di espressione e internet. L’inquilino della Casa Bianca ai ragazzi che lo ascoltavano ha detto di essere "un grande sostenitore della libertà completa nell’uso di internet". Toccato anche un tema molto scottante per la Cina: la censura. Anche in questo caso Obama ha detto di essere "contrario" a qualsiasi forma di censura. "Gli Stati Uniti – ha detto il leader Usa – non vogliono imporre a nessun Paese i loro principi" ma determinati valori come libertà di culto, di informazione e partecipazione alla vita politica "sono universali". Sempre Obama ha voluto ricordare ai giovani cinesi che le critiche che riceve attraverso la rete da cittadini statunitensi spesso contrari alle sue decisioni, fanno di lui "un leader migliore". Infine un cenno anche sulle relazioni con Taiwan. Per il presidente statunitense Washington riconosce una sola Cina e sostiene gli sforzi per migliorare le relazioni tra la repubblica Popolare Cinese e Taiwan. E’ la prima volta che un Presidente degli Stati Uniti partecipa a un forum di questo genere in Cina: non a caso la scelta è caduta sui rappresentanti della generazione più giovane, sebbene accuratamente selezionata, e non a caso Obama non ha mancato di utilizzare internet come esempio di censura da evitare. Illustrando di fatto quello che è già stato definito il "G2", ovvero il nuovo asse politico-economico sino-americano, Obama ha sottolineato come vi siano pochi problemi globali che possono essere risolti senza che vi sia un accordo fra Washington e Pechino: "Gli altri Paesi guardano a quello che faranno Stati Uniti e Cina, questo è il peso che ci impone la nostra leadership". Proprio domenica, partecipando al vertice dell’Apec, Obama ha annunciato un’intesa con la Cina in merito al prossimo vertice internazionale sul clima di Copenhagen. Un accordo polemico perché stabilisce che non verrà presentato alcun obbiettivo dettagliato sulla riduzione delle emissioni, il che rende il summit di fatto inutile se non per un’intesa di principio sulle politiche che verranno però sviluppate solo nel 2010. Obama – che questo pomeriggio sarà in visita a Pechino dove incontrerà l’omologo Hu Jintao – non ha dunque risparmiato elogi alla Cina ma ha anche ricordato come i diritti umani siano universali e vadano applicati dovunque: gli Stati Uniti, ha sottolineato, hanno dovuto lottare contro la schiavitù e a favore dei diritti per le donne e le minoranze ma sono riusciti a superare queste difficoltà perché il Paese accettava quei valori che sono alla base della sua fondazione, fra i quali la "libera espressione e partecipazione". Gli Stati Uniti, ha concluso Obama, non vogliono imporre alcuna forma di governo agli altri Paesi, ma non rimarranno in silenzio di fronte alle violazioni dei diritti umani. Il Presidente ha poi sottolineato come un accesso illimitato alle risorse della Rete costituisca un punto di forza e come un aperto scambio di informazioni sia a vantaggio di tutti i Paesi, una critica alla rigorosa censura imposta dalle autorità cinesi sull’uso di internet. Tutte le società traggono beneficio dal poter navigare su internet, condividere opinioni e disseminare informazioni, utilizzando strumenti quali i social network come "Twitter"; la libertà di discussione rende i governi responsabili, ha ribadito Obama, scherzando sul fatto che a volte preferirebbe che non vi fosse tanta libertà per non dover ascoltare le critiche alle sue politiche: ma le critiche, ha concluso, fanno di lui un dirigente migliore e rendono la democrazia più forte perché gli impongono di riflettere sulle sue azioni.

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