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Nba, metamorfosi di Jennings: svogliato a Roma eroe coi Bucks

da Redazione

Da scolaretto svogliato a professore, una bella trasformazione. È passato un anno appena da quando Brandon Jennings vivacchiava nella serie A italiana di basket con la maglia della Lottomatica Roma. Lo ritroviamo in Nba a segnare 55 punti (10 negli ultimi 2’) con i suoi Bucks contro i Warriors, miglior rookie di sempre della franchigia (che ne ha avuto un altro di tutto rispetto, un certo Jabbar). Intanto nella notte cadono allo scadere i Raptors di Bargnani e Belinelli.

Ricordate Brandon Jennings? No? Normale. È stato catapultato in Italia ancora teen-ager per giocare nella Lottomatica Roma, nella scorsa stagione, dove si è messo in luce, come play, solo per una certa qual svogliatezza in campo, tanto che è stato rispedito al mittente senza troppo rammarico. Bene, oggi quell’ex liceale è diventato un eroe del parquet, mettendo a segno 55 punti (!) nella sfida che i suoi Milwaukee Bucks hanno vinto nella notte di sabato con il punteggio di 129-125 sui Golden State Warriors. Altro che oggetto misterioso, una vera macchina da guerra: Jennings (nella foto) ha chiuso con un chirurgico 7/8 da tre punti e negli ultimi 130 secondi ha segnato 10 punti decisivi. Se si pensa poi che nel primo quarto era rimasto all’asciutto, sostituito dopo tre errori consecutivi, questo dà ulteriore lustro alla sua prestazione.
Davvero niente male per un rookie: il precedente record di punti in una sola partita per una matricola dei Bucks (51) risaliva al lontano 1970 ed era stato realizzato da tale Lew Alcindor, alias Kareem Abdul-Jabbar, mentre Jennings si ferma tre soli punti dal record assoluto di punti per un rookie stabilito (due volte, nel 1960) da Wilt Chamberlain. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Per i Bucks questo che è il quarto successo consecutivo vale anche il primato temporaneo nella Central Division.

Le partite di domenica notte. Sconfitta di un punto per i Toronto Raptors contro i Phoenix Suns. Non brillano particolarmente gli italiani Bargnani e Belinelli, o meglio sono protagonisti di una prova piuttosto altalenante. I Raptors hanno condotto il match per i primi tre quarti, andando a prendersi anche 10 punti di vantaggio (34-44 nel secondo quarto, proprio con una tripla di Belinelli, 11 punti e un buon minutaggio per lui). Dicevamo di Bargnani, incostante, che chiude con 17 punti ma appena 4 rimbalzi, ed è una nota dolente. E se l’accoppiata di stelle di Phoenix Nash-Stoudemire ne realizza 55, l’arma tattica dei Suns si scopre alla fine essere Channing Frye, che infila 20 punti e ne mette 6/8 da tre. Finale da brividi: un fallo di Calderon su un’entrata di Nash permette a quest’ultimo di siglare il sorpasso a 38” dalla sirena (101-100). Toronto ha l’ultimo tiro per effettuare il controsorpasso, si crea una buona occasione ma il cecchino incaricato, Hedo Turkoglu manda sul ferro quel colpo che un paio di minuti prima era sembrato poter dare il colpo di grazia ai Suns.
Nella notte è arrivata una sonora battuta d’arresto per i Los Angeles Lakers, a favore degli Houston Rockets. Houston scava il solco nel terzo parziale (volando da -2 a +7) grazie a una prova maiuscola di Aaron Brooks (33 punti, 6 rimbalzi, 4 assist). Polveri (relativamente) bagnate per Kobe Bryant, limitato a 20 punti con percentuali modeste (5/20 e 0/3).

I risultati delle 4 partite di domenica: Detroit Pistons – Dallas Mavericks 90-95, Oklahoma Tunder – Los Angeles Clippers 93-101, Phoenix Suns – Toronto Raptors 101-100, Los Angeles Lakers – Houston Rockets 91-101.

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