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Scudo fiscale: dal Titano rimpatriati 995 milioni

da Redazione

Fino al 10 novembre 2009 – dunque aggiornamento recentissimo – dagli istituti di credito sammarinesi per effetto dello scudo fiscale sono usciti 995 milioni di euro, pari al 7,3 per cento della raccolta complessiva del Titano. Una cifra dunque ben diversa da quel 60 per cento segnalato dall’autorevole Milano Finanza, che BCSM oggi è stata costretta (con non poco fastidio) a smentire ufficialmente.

Come una brava formichina la Repubblica di San Marino già da mesi si sta preparando alle conseguenze dello Scudo Fiscale. In vista di un rigido inverno gli istituti di credito, e ovviamente Banca Centrale, hanno preso tutti i provvedimenti in proprio potere per limitare i danni provocati dal rientro in Italia di capitali finora detenuti sul Titano.

Banca Centrale ha comunicato che in base ai dati più recenti, aggiornati al 10 novembre 2009, “le risorse finanziarie interessate dallo scudo fiscale sono state pari a 995 milioni di euro, che si ragguagliano al 7,3 per cento della raccolta totale; l’incidenza dei deflussi monetari sulla raccolta diretta è stata del 7,9 per cento, per un controvalore di 745 milioni di euro”.

Sempre Banca Centrale spiega anche che la raccolta complessiva del sistema bancario sammarinese al 31 agosto 2009 era di 13,6 miliardi di euro.
Il monitoraggio di BCSM sullo scudo fiscale è costante, proprio per riuscire a “governare” al meglio questa delicata fase. Ma a costringere BCSM ad uscire con queste cifre è stato un articolo di Milano Finanza che ha suscitato scalpore – già dal titolo: “San Marino si sgretola sotto lo scudo” – in cui si fanno stime che, in una nota ufficiale, BCSM smentisce ufficialmente.
Secondo MF infatti “circa il 60%
degli oltre 10 miliardi di euro depositati complessivamente a San Marino” avrebbe già preso la via del rimpatrio fisico. Ma i dati ufficiali di Banca Centrale smentiscono sia la cifra complessiva (3,6 miliardi di euro non sono certo bruscolini), sia la percentuale (c’è una bella differenza tra 7,3% e oltre 60%).
La questione delle gravi inesattezze lanciate sulla stampa relativamente a questioni così delicate è una questione di cui Fixing ha già più volte trattato (ANCHE QUI, solo per fare un esempio). E fa specie oggi dover appurere il fatto che un’istituzione autorevole come Banca Centrale sia stata costretta ad uscire con le proprie cifre ufficiali per precisare che l’articolo lanciato in prima pagina da un quotidiano autorevole come Milano Finanza contiene stime completamente destituite di ogni fondamento.

Banca Centrale esprime preoccupazione e disappunto per la pubblicazione di notizie completamente infondate, pubblicate senza alcun riscontro oggettivo, che provocano nocumento alla Repubblica di San Marino e turbative al proprio sistema finanziario.
“Stiamo da tempo analizzando gli effetti delle recenti normative fiscali italiane sul sistema bancario sammarinese”, afferma Luca Papi Direttore Generale della Banca Centrale della Repubblica di San Marino (nella foto). “I dati in nostro possesso dimostrano che l’impatto al momento è decisamente più contenuto rispetto a stime giornalistiche errate ed allarmanti. Il sistema economico sammarinese sta attraversano una delicata fase di transizione verso un nuovo modello di sviluppo. Quando si parla del futuro di un paese e del suo sistema finanziario occorre pertanto usare equilibrio e soprattutto utilizzare dati certi o quantomeno stime attendibili, che in questo momento divergono decisamente da quanto impropriamente pubblicato”.
 

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