Home NotizieItalia Ricerca, riforma profonda Autonomia e fondi a premio

Ricerca, riforma profonda Autonomia e fondi a premio

da Redazione

L’esecutivo italiano prende in esame la riforma del settore della ricerca. Il decreto legislativo introduce l’autonomia statutaria degli enti, che diventano “pienamente responsabili della propria attività” e prevede i che i fondi, d’ora in poi, saranno stanziati in base ad una “valutazione premiale”. Sarà la fine, insomma, degli ordinari finanziamenti a pioggia.

La riforma del settore ricerca in Italia arriva in Consiglio dei Ministri. Si tratta dell’esame preliminare, il primo passo, praticamente. Prevede autonomia statutaria, fondi premiali per i progetti più innovativi e per gli enti più efficienti, consigli di amministrazione più snelli, piani triennali per programmare le attività, percorsi di formazione ad hoc per i dirigenti. Il decreto legislativo di riordino degli enti di ricerca vigilati dal ministero dell’Istruzione e della Ricerca, va dal Cnr all’Agenzia spaziale italiana, passando per quelli direttamente collegati al mondo della scuola come l’Invalsi (Istituto di valutazione del sistema scolastico) e Indire. È l’Agenzia Dire ad anticipare le note salienti del provvedimento.

 

AUTONOMIA E FONDI PREMIALI

Il decreto introduce l’autonomia statutaria degli enti che diventano "pienamente responsabili della loro attività" in termini, soprattutto, di utilizzo delle risorse umane e finanziarie. I fondi, d’ora in poi, saranno stanziati in base ad una "valutazione premiale", niente finanziamenti a pioggia. A dare le pagelle agli enti sarà la nuova agenzia di valutazione, l’Anvur. Dal 2011, poi, come è già accaduto per l’università, il 7% del fondo di finanziamento ordinazio verrà assegnato in base al merito per sostenere i progetti più interessanti e innovativi. Gli enti potranno anche assumere per chiamata diretta, in base alle capacità, personale altamente specializzato fino al 3% dell’organico. Quanto all’attività di ricerca potrà essere programmata in autonomia mettendo in campo appositi piani triennali e documenti di visione strategica decennale che, comunque, dovranno seguire le linee del piano nazionale della ricerca. I risultati saranno sottoposti al vaglio dell’Anvur.

 

RAZIONALIZZAZIONI

Entro il prossimo 31 dicembre gli enti dovranno predisporre un piano di razionalizzazione degli uffici volto alla "realizzazione di economie di spesa" e studiare sistemi per "ottimizzare" l’impiego delle infrastrutture di ricerca. Gli organi di amministrazione, direzione e controllo interni andranno snelliti. Dieta dimagrante, dunque, per i Cda che potranno avere al massimo 5 membri nel caso degli enti più grandi (che ricevono oltre il 20% del finanziamento pubblico). Per gli altri si scende a 3. In base ai calcoli del ministero si realizzeranno subito risparmi per quasi 470 mila euro (463.723) di cui 147.280 dalle riduzioni che saranno operate all’interno dell’Asi (Agenzia spaziale). Quanto ai dirigenti, avranno un percorso di formazione ad hoc presso la Scuola superiore della pubblica amministrazione.

 

NOMINA DEI PRESIDENTI

I comitati di selezione dei presidenti saranno composti da 5 membri della comunità scientifica che scremeranno le candidature per poi presentare una rosa di 3 nomi al ministro in carica. Per i Cda il presidente è sempre scelto dal ministero.

 

DISPOSIZIONI SPECIALI PER IL CNR

Per il Cnr, l’Agenzia spaziale italiana (Asi)e l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) sono previste disposizioni speciali. In particolare per il Cnr i membri del Cda diventano 5 di cui 3, compreso il presidente, vengono scelti dal ministro della Ricerca. L’Asi avrà un Consiglio di amministrazione con 3 dei 5 membri di nomina governativa. Per l’Infn è sospeso il rinnovo degli organi fino all’emanazione del nuovo statuto. La seconda parte del decreto si occupa anche di Inlavsi e Indire due enti collegati al mondo della scuola. Il primo, in particolare, si occupa della valutazione del sistema. Anche qui sono previste economie di spesa e razionalizzazioni.

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