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Diario della crisi di venerdì 16 ottobre

da Redazione

In tempo di crisi Gordon Brown vuole vendersi il tunnel sotto la manica, mentre in Europa si continua a parlare di disoccupazione. In controtendenza le energie rinnovabili.

“C’è la crisi. Mi vendo il Tunnel”. Gordon Brown sull’orlo dell’abisso, personale e politico, per ripanare il debito salito al 12% del PIL ha pensato di disfarsi di un bel pacco di beni pubblici nei prossimi due anni per un totale di 16 miliardi di sterline (circa 17,3 miliardi di euro). Brown, parlando a un convegno economico presso la sede di Bloomberg a Londra ha dichiarato che saranno venduti l’Eurotunnell sotto la Manica, il Ponte di Dartford, il 33% del Consorzio Urenco, l’agenzia di scommesse Tote, e una società per prestiti agli studenti.
Sale ad agosto il tasso di disoccupazione dei paesi dell’area Ocse che raggiunge quota 8,6%. Rispetto al mese di luglio la crescita è dello 0,1%, mentre su base annua l’aumento è del 2,3%.
E’ quanto comunica l’organizzazione con sede a Parigi. A conferma della tendenza l’ultima analisi della CGIA di Mestre. Centosettantanovemila posti di lavoro già persi, quasi altri 300mila a rischio. L’uscita dal tunnel potrebbe avvenire dal 2011, ma entro fine 2010 si potrebbero perdere altri 292.200 posti di lavoro. L’ulteriore diminuzione dei posti di lavoro porterebbe il tasso di disoccupazione nel 2010 a toccare l’8,8%. Altri segnali della crisi: non va in crisi il settore delle rinnovabili. George Soros, il finanziere americano di origini ungheresi, investirà un miliardo di dollari in tecnologie “green”, ovvero destinate al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti che non emettono CO2. Soros non è certo il primo multimiliardario che decide di investire in tecnologie rinnovabili. Il Times, lo scorso marzo ha realizzato la Green rich list, 100 persone con patrimonio superiore ai 220 milioni di euro) che hanno messo più soldi nel settore, scoprendo che “l’entusiasmo nei confronti degli investimenti in aree come la geotermia, le auto elettriche e l’energia solare” non ha fatto sentire la recessione. Il primo della lista è Warren Buffett: 30 miliardi di euro nell’eolico e nell’auto elettrica.
Saverio Mercadante

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