Nuova bordata dal Times che, citando come fonte non meglio identificati “ufficiali militari occidentali”, afferma che l’Italia abbia pagato i capi talebani per mantenere calma le aree di Sarobi ed Herat. Naturalmente è arrivata l’immediata e secca smentita ufficiale da parte di Palazzo Chigi.
I servizi segreti italiani avrebbero pagato decine di migliaia di dollari ai comandanti Talebani ed ai signori della guerra locali per mantenere calma l’area di Sarobi, ad est di Kabul, così come la provincia di Herat. A scriverlo è oggi il quotidiano britannico ‘Times’ che cita ufficiali militari occidentali. "Quando dieci soldati francesi vennero uccisi l’anno scorso in un’imboscata dei guerriglieri afgani in quella che sembrava un’area relativamente pacifica, l’opinione pubblica francese restò inorridita", si legge nell’edizione online del giornale, che ricorda che i francesi avevano assunto il controllo dell’area di Sarobi, ad est di Kabul – prima affidata agli italiani – da appena un mese.
"Ciò che il paese in lutto non sapeva era che nei mesi prima che arrivassero i soldati francesi a metà 2008, i servizi segreti italiani avevano pagato decine di migliaia di dollari ai comandanti talebani ed ai signori della guerra locali per mantenere l’area calma. I pagamenti, la cui esistenza è stata mantenuta nascosta alle forze francesi, è stata rivelata da ufficiali militari occidentali".
Un’ipotesi molto difficile da credere, che pare costruita ad arte.
Pronta ed estremamente secca la smentita arrivata in mattinata da Palazzo Chigi, che smentisce seccamente l’articlo del ‘Times’ secondo il quale i servizi segreti italiani avrebbero pagato le milizie talebane per mantenere calma la regione afgana di Sarobi e utilizzato una tattica simile anche a Herat: "Il Governo Berlusconi – si precisa in una nota della Presidenza del Consiglio – non ha mai autorizzato né consentito alcuna forma di pagamento di somme di danaro in favore di membri dell’insorgenza di matrice talebana in Afghanistan, né ha cognizione di simili iniziative attuate dal precedente governo". Nella nota "si esclude altresì che l’Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma abbia, all’inizio del mese di giugno 2008, inoltrato al Governo italiano un formale reclamo da parte del suo Paese in relazione ad ipotetici pagamenti in favore dell’insorgenza talebana".