Diplomazia ed economia sono al cuore della visita di Franco Frattini in Arabia Saudita, al via oggi con l’apertura a Riad della X commissione mista fra l’Italia e il regno: "E’ la futura piazza finanziaria del Golfo”.
Incontrando la comunità imprenditoriale italiana a Riad, il ministro degli Esteri questa mattina ha incitato ad avere fiducia nelle esportazioni verso il regno, perché questo è un paese "in profonda trasformazione", che si prepara "ad essere la futura piazza finanziaria del Golfo" e ha deciso di reinvestire i proventi del petrolio in progetti di infrastrutture. Inoltre l’Arabia Saudita è "un paese che sa apprezzare le punte di eccellenza del made in Italy". La missione del ministro Frattini ha dunque il doppio scopo di approfondire la cooperazione diplomatica e consolidare quella economica. Secondo la Banca Mondiale, l’Arabia Saudita – unico membro dll’Opec nel G20 – è il tredicesimo paese al mondo per prospettive di sviluppo complessive. L’interscambio con l’Italia è pari a 7,5 miliardi di euro e Roma è già il primo partner saudita in Europa. Dopo 7 anni, è giunto il momento di riavviare i lavori della Commissione Mista. Così oggi, in apertura, Frattini perorerà la necessità di espandere la cooperazione "al di là dei tradizionali settori del petrolio, dell’edilizia e della meccanica" e di dare "priorità alla cooperazione fra università e centri di ricerca", pensando alle generazioni del futuro. L’accenno non è casuale: sotto il governo di re Abdullah, al potere dal 2005, l’Arabia Saudita sta conoscendo un processo di ammodernamento sociale (per quanto lento: si pensi alla promessa, per ora rimasta tale, di consentire la guida alle donne). Riad ha varato un programma di sviluppo delle Università (la King Abdullah University of Science di recentissima inaugurazione è addirittura il primo ateneo misto) e programma la nascita di 4 ‘economic cities’, città dedicate ciascuna a una branca del sapere, progettate con attenzione alla vivibilità. La prima – anch’essa porterà il nome del sovrano – sarà completata nel 2020. I sauditi vogliono formare una classe di dirigenti e tecnici, in un paese in cui il 50% della manodopera specializzata è oggi straniera. Alla Commissione Mista, in questa ottica, saranno presenti rappresentanti del mondo industriale italiano (le banche: Intesa San Paolo, Mediobanca, Unicredit; la meccanica e l’edilizia, con Italtel, Italcementi, Bonati, Vitrociset), ma anche rappresentanti degli atenei fra cui la Cattolica, la Bicocca, la Sapienza di Roma. Frattini, oltre al ministro delle Finanze Ibrahim Al Assaf, incontrerà anche in fine mattinata il ministro degli Esteri principe Saud Al Faisal. L’Italia, indica la Farnesina, considera l’Arabia Saudita un crocevia ineludibile verso il Grande Medio Oriente, per il suo peso diplomatico nel processo di pace israelo palestinese, la riapertura dei rapporti con la Siria utile alla stabilizzazione del Libano, teatro ove sono impegnati i militari italiani. Riad inoltre è impegnata nel processo di trattative con l’Iran (il 7 ottobre a Washington ha partecipato con i paesi del G7, la Corea del Sud, l’Australia e gli Emirati Arabi a un incontro sul nucleare iraniano). Soprattutto, Roma sembra oggi guardare con interesse alle indicazioni saudite per la risoluzione della crisi afgana. Riad, osserva la Farnesina, non crede alla risoluzione militare del conflitto afgano e ritiene che l’Occidente abbia sottovalutato la complessità del sistema tribale locale. Il Regno favorisce un processo politico di riconciliazione interna, e si impegna nel programma di ricostruzione economica dell’Afghanistan. Un approccio diplomatico che sembra già prefigurare una futura exit dal teatro afgano.