Ripensare il modello degli ammortizzatori sociali e innalzare significativamente l’età pensionistica. E’ quanto chiede il governatore Mario Draghi. “Superata la fase di emergenza – ha detto – resta la necessità di adeguare il nostro sistema di ammortizzatori sociali a un mercato del lavoro divenuto più flessibile”.
Sono ancora una minoranza gli italiani iscritti alla previdenza complementare e sono ”numerosi gli ostacoli che rallentano lo sviluppo del secondo pilastro, tra cui l’elevata pressione contributiva e la sovrastima delle pensioni future da parte dei giovani”. E’ quanto afferma il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, intervenendo a Moncalieri per una lezione su Onorato Castellino, sottolineando che la crisi ha duramente colpito i fondi pensione e quindi devono essere introdotti correttivi per ridurre i rischi ma non deve essere messa in discussione la previdenza complementare. ”Un tema di grande importanza – ha detto Draghi – è quello del contenimento dei costi dei fondi pensione e degli altri strumenti di risparmio previdenziale”. Al riguardo occorre ”accrescere il grado di concorrenza dell’industria del risparmio gestito e sfruttare appieno le economie di scala che caratterizzano l’attività di gestione”. Il governatore indica che deve essere ”accresciuta la trasparenza nei confronti degli iscritti, in particolare dando ai lavoratori stime della loro posizione pensionistica basate su una pluralità di scenari”. ”La crisi finanziaria ci ha ricordato quanto gravi possano essere i rischi legati all’instabilità dei mercati finanziari per chi investe nella previdenza integrativa. Nel 2008, in Italia i fondi pensione negoziali e aperti hanno perso il 6 e il 14 per cento, rispettivamente; nel primo semestre di quest’anno hanno recuperato il 2,5 e il 3 per cento. Il rischio di investimento e’ rilevante soprattutto per i lavoratori prossimi all’età del pensionamento, che hanno minori opportunità di reintegrare il capitale aumentando le contribuzioni o avvantaggiandosi di eventuali successivi rialzi dei valori di mercato”.
”I modelli di scelta di portafoglio indicano che l’esposizione al rischio azionario della ricchezza previdenziale andrebbe ridotta gradualmente al crescere dell’età del lavoratore. L’evidenza mostra tuttavia che i lavoratori tendono a compiere scelte di portafoglio non ottimali”. Il governatore indica che ”andrebbe favorita la diffusione di prodotti di risparmio che semplifichino le scelte degli individui, ad esempio di strumenti che riducono automaticamente la rischiosità del portafoglio all’avvicinarsi del momento di pensionamento (cosiddetti fondi life-cycle)”. Si potrebbe inoltre promuovere la diffusione di fondi con garanzie di rendimento minimo, ottenute ricorrendo a strumenti di mercato, e piani pensionistici occupazionali ibridi – già diffusi in altri paesi – dove i contributi dei lavoratori più giovani garantiscono in parte i rendimenti di quelli più anziani”. ”Lo Stato può contribuire con l’offerta di titoli pubblici con specifiche forme di indicizzazione o di limitate e trasparenti forme di garanzia sui rendimenti”. ”I fondi pensione sono stati colpiti duramente dalla crisi. Non vanno tuttavia dimenticate le ragioni che sono alla base del processo, avviato all’inizio degli anni novanta, volto a favorire lo sviluppo di un sistema misto. A fronte delle riforme che riducono l’importo delle pensioni pubbliche, il pilastro a capitalizzazione consente di mantenere tassi di rimpiazzo adeguati, riducendo l’esposizione del sistema ai rischi demografici e politici del pilastro pubblico. ”Gli effetti della crisi finanziaria – afferma il governatore – devono esortarci a introdurre correttivi che riducano i rischi di investimento del pilastro a capitalizzazione, soprattutto per i lavoratori prossimi al pensionamento, ma non a mettere in discussione l’architettura mista del nostro sistema previdenziale. Resta valido l’auspicio formulato quindici anni fa da Castellino per la definizione di ”un sistema previdenziale equo e finanziariamente equilibrato, che non debba essere oggetto di ulteriori revisioni le quali, o anche soltanto l’attesa delle quali, genererebbero incertezze, ansie e tensioni”.