Da San Marino Fixing numero 37. Nei giornali italiani nasce un nuovo ruolo: dopo i vaticanisti spiccano i “sammarinesisti”. Si ricava più spazio in prima pagina chi più spara sul Titano. Ma si è accorto qualcuno che San Marino è stato promosso da Ocse e Moneyval? Forse sì, ma vale la pena fare finta di niente. Intanto ecco i primi informali riflessi dello scudo.
Un ex retroscenista di classe come Augusto Minzolini ha fatto carriera: è andato a dirigere il TG1. E allora un sammarinesista di peso, forse, potrebbe diventare il direttore del Sole 24 Ore.
Ormai è diventato un genere. L’inchiestista specializzato su San Marino ormai dilaga sulle pagine dei giornali italiani. Il Sole, per esempio ha una batteria composta da Lionello Mancini, Stefano Elli, e il mitico Galullo con il suo blog e la trasmissione su Radio 24: hanno scritto e detto decine e decine di migliaia di battute e parole sul Titano infierendo con disinvoltissima puntualità. E continuano, anche dopo i successi Moneyval e OCSE, come Alessandro Barbera o Mario Sensini del Corriere della Sera. Partecipa alla magnifica ordalìa anche qualche collega del circondario, talvolta finto biondo, talvolta rosso castano: prima rigettava sdegnosa la cronaca sammarinese, ora che ha avuto la possibilità di arrivare in prima pagina raccontando le vicende della Repubblica sul suo giornale locale, ha capito che il Titano può essere importante per una iridescente carriera. Ma non ci facciamo mancar niente in questi giorni di assodata trasparenza testimoniata dagli organismi internazionali: dai dipendenti delle banche della Emilia Romagna, aderenti alla Cisl, che sono scesi in campo allestendo una campagna contro il riciclaggio con il dito puntato verso il Monte ai gemelli senatoriali Idv (Italia dei Valori) Felice Belisario ed Elio Lannutti: sferzano il fustigatore delle banche Giulietto Tremonti incitandolo ad essere più pressante sul sistema finanziario della Repubblica di San Marino.
San Marino forse fa molto male a se stesso ma fa soprattutto bene ai soliti ignoti che si candidano a essere i soliti noti. Ma tant’è. E’ la monnezza, bellezza, direbbe il grande Dago, ovvero Dagospia, che non perde, anche lui, occasione per bastonare San Marino. Tenere alta la tensione, non mollare la presa, e soprattutto non fare l’accordo contro le doppie imposizioni. Come ci svela Alessandro Barbera sul Corriere della Sera, il giorno dopo la buona novella che veniva da OCSE e Moneyval. “Per non fermare il rientro dei flussi di capitali, è improbabile che il governo firmi ora le convenzioni antievasione con i Paesi dove si concentra gran parte di essi e con i quali si è iniziato a trattare, in particolare Svizzera e San Marino. E’ probabile invece che Tremonti rimandi tutto a dicembre, quando la sanatoria sarà prossima alla chiusura“.
E’ lo scudo fiscale, bellezza. “Allora dottoressa, che fanno? Scudano?“, chiede il vostro cronista. “Mah, tra i miei clienti non si è mosso ancora niente, secondo me prima di novembre non ci saranno movimenti significativi – ci confida una nota commercialista riminese – ma so che si sta muovendo qualcosa tra quelli grossi”. “Guardi – ci dice il direttore di una banca con sede a Rimini – la nostra filiale è piuttosto periferica, in questa zona raccogliamo i risparmi di albergatori, commercianti. Eppure le posso dire che sono già rientrati capitali per cinque milioni di euro. Mi sembra che sia un dato piuttosto significativo”.
E infine facciamo i migliori auguri a Gilberto Ghiotti, non più agli arresti domiciliari.
Improntate alla massima discrezione le primissime dichiarazioni: verrà il tempo che si potrà fare luce su quello che è successo intorno al Gruppo Delta.
Saverio Mercadante