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Cassa integrazione sospiro di sollievo

da Redazione

A settembre si è scesi da 1.869 dipendenti a quota 1.256. Pensioni: i conti torneranno in sofferenza nel 2020, lo dice uno studio commissionato all’università Cattolica di Milano. Intanto riparte la riforma che era rimasta sospesa: dovrà introdurre il secondo pilastro contributivo.

Una boccata di ossigeno a leggere i numeri forniti dalla Commissione Cig, che si è riunita il 30 settembre scorso. Il ricorso alla Cassa Integrazione è infatti calato sostanzialmente rispetto a quanto registrato al seguito della Commissione precedente, quella del 31 agosto. Per la precisione i numeri parlano del ricorso alla Cig per un totale di 1.256 dipendenti, richiesto da 111 aziende complessive. A fine agosto invece le aziende erano 113 per un totale di 1.869 dipendenti. Si tenga conto che un calo così drastico si deve spiegare anche con il fatto che basta che una grande azienda, con centinaia di dipendenti, faccia richiesta di cassa integrazione anche per soli uno o due giorni per fare impennare il dato. Ma intanto prendiamolo per quello che è, e cioè un segnale positivo mandato dal sistema, che in questi tempi così duri è sempre bello poter raccontare.
Al di là della cassa integrazione il termometro delle imprese sammarinesi registra lievi miglioramenti. Miglioramenti che erano stati preannunciati già da tempo, e che soprattutto indicano che la fase più acuta dovrebbe essere stata lasciata alle spalle. Da tutta Europa però vengono lanciati inviti a non abbassare la guardia: il fantasma che aleggia è infatti quello della disoccupazione, una ferita che potrà rimarginarsi solo in un lasso di tempo molto lungo. I dati di agosto, in zona Eurostat, parlano di 22 milioni di disoccupati, e proprio questa settimana a Istanbul Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale, ha affermato che la disoccupazione sarà la vera ombra nera: “anche se la crescita recupererà – ha affermato – ci vorrà tempo perché l’occupazione possa seguire. In molti Paesi la disoccupazione continuerà ad aumentare lungo tutto il 2010”.

PENSIONI, RIPARTE LA RIFORMA
Ma torniamo alla realtà sammarinese. Lunedì il Congresso di Stato ha annunciato la ripresa dell’iter per la riforma complementare pensionistica, il cosiddetto “secondo pilastro”. Entro l’anno il progetto di legge dovrebbe essere portato in Consiglio Grande e Generale. “L’obiettivo – secondo il Claudio Podeschi, segretario di Stato per la Sanità – è fare in modo che il sistema possa permettere alle singole persone di costruirsi una pensione complementare”, cui concorrono anche il datore di lavoro e il lavoratore. E comunque, sempre secondo Podeschi, “non c’è nessuna emergenza fondi, il primo pilastro va aggiornato ma tiene.” Tiene sicuramente sino al 2020, che non è dietro l’angolo ma neanche troppo lontano. Lo afferma uno studio del sistema di previdenza del Titano commissionato all’Università Cattolica di Milano.
Secondo questo studio, se i fondi pubblici oggi godono di buona salute, non sarà così anche tra due lustri, quando si ricomincerà ad accumulare deficit. Secondo i dati forniti, i pensionati a San Marino sono circa settemila, per la precisione 6922, di cui 3536 uomini e 3386 donne. Resta da risolvere un nodo importante, quello del fondo pensionistico di artigiani e commercianti, perennemente in sofferenza.
Loris Pironi

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