La fotografia delle Piccole e medie imprese in Emilia-Romagna non è certo idilliaca. Nel primo semestre del 2009, riporta Infocamere-Movimprese, sono state “bruciate” ben 2800 aziende in Regione. La realtà di Rimini è sopra la media: il sistema “tiene”, ma per l’assessore Sadegholvaad non si deve abbassare la guardia.
Duemila e ottocento. Tante sono le PMI “perse” in Emilia-Romagna. Una situazione di profonda difficoltà quella legata al primo settembre 2009 e illustrata da Infocamere-Movimprese, sull’edizione odierna de Il Sole-24 Ore, fascicolo Centro Nord. Una situazione generalmente difficile, che tuttavia vede la Provincia di Rimini tenere abbastanza, soprattutto rispetto ad altre Province emiliane.
I DATI GENERALI
I settori più toccati dalla ‘mortalità d’impresa’ in Emilia Romagna sono l’elettronica (con un calo del 3,8 per cento), l’industria siderurgica (-3,3 per cento) e il settore dei mezzi di trasporto (-2,7 per cento). Da non sottovalutare anche il calo del tessile (-1,9 per cento) e dell’abbigliamento (con un -1,7 per cento). A livello regionale va evidenziata anche la lieve flessione del settore costruzioni (-0,9 per cento) Maggiormente colpite appaiono le province di Reggio-Emilia e Ferrara.
LA REALTA’ RIMINESE
A Rimini i risultati del monitoraggio, elaborato dall’Ufficio Statistica provinciale sulla base dei dati Infocamere-Movimprese, mostrano come la crisi sembri aver causato più uno stand by della crescita locale che un vero e proprio crollo, come avvenuto per altre realtà. Il numero complessivo delle imprese è sostanzialmente stabile: 33.735 erano le imprese attive a fine 2008, 33.724 sono le imprese attive al primo semestre del 2009.
Le aziende di costruzioni, in controtendenza con il dato regionale, sono in leggera crescita: erano 5.126 a fine 2008, sono 5.131 al primo semestre del 2009. Continuano a lievitare gli sportelli bancari, mentre i cali più importanti si sono avuti in agricoltura e nel manifatturiero. Cresce però il settore delle imprese ancora prive di una classificazione definita che, a fine giugno 2009, contava ben 181 nuove iscrizioni, contro appena 23 cessazioni.
In Provincia, l’Assessore alle attività produttive Jamil Sadegholvaad non vuole però abbassare la guardia: “Se il sistema, attraverso compensazioni tra settori, riesce a restare in equilibrio numerico – afferma – dobbiamo ricordare il decremento del manifatturiero. Una situazione da seguire con attenzione in quello che, da tutti, è riconosciuto come ‘il distretto della moda’. Per non parlare poi del calo del commercio al dettaglio, della flessione del polo industriale, dei problemi che affliggono l’agricoltura. Tutte tematiche sulle quali ci stiamo incontrando con le associazioni di categoria, i sindacati e, molto presto, ci confronteremo anche con le Amministrazioni Comunali e gli Istituti di credito.”
Nelle prossime settimane si svolgerà un Consiglio Provinciale aperto che affronterà proprio i temi dell’impatto economico ed occupazionale della crisi sul territorio di Rimini.