Home NotizieItalia Lodo Alfano bocciato Il Premier è nudo

Lodo Alfano bocciato Il Premier è nudo

da Redazione

Ore di attesa spasmodiche, il mondo politico in fibrillazione, i giudici pronti ad affilare gli artigli. E alla fine il verdetto della Corte Costituzionale: bocciato il Lodo Alfano. Il Premier è nudo, davanti alla legge.

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Lodo Alfano, ossia la legge che prevede l’immunità dai processi penali per il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio e i presidenti di Camera e Senato. I giudici dell’Alta corte hanno bocciato il Lodo con un ‘verdetto’ assunto a maggioranza: 9 a 6. La legge è stata bocciata perché viola l’articolo 138 della Costituzione, secondo cui c’è bisogno di una legge costituzionale per modificare il dettato della Carta, e l’articolo 3 sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
La sentenza di illegittimità implica la riapertura dei processi penali contro Silvio Berlusconi che erano stati sospesi all’entrata in vigore del Lodo. Il presidente del Consiglio lunedì aveva comunque detto che intende in ogni caso portare a termine il suo mandato che scade nel 2013.
I giudici della Corte costituzionale hanno ripreso l’esame di costituzionalità del Lodo Alfano, la legge che sospende i processi penali per il premier e altre tre cariche dello Stato. Un enclave iniziato questa mattina e ripreso nel pomeriggio, a tirare per le lunghe suscitando l’ansia e scatenando il vecchio leone che c’è in Bossi. Il leader del Carroccio aspettando l’esito della decisione ha infatti messo le mani avanti, minacciando, in caso di bocciatura della legge, di mobilitare il popolo leghista, ma non di ricorrere ad elezioni anticipitate. "Noi potremmo entrare in funzione trascinando il popolo. Il popolo ce lo abbiamo, sono i vecchi Galli”, ha detto Bossi sull’eventualità che la Consulta dichiarasse incostituzionale la legge.
Parlando ai giornalisti dopo un incontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini, Bossi ha detto di non credere che il Lodo sarà bocciato, ma di non avere segnali diretti in questo senso. Quanto all’ipotesi di elezioni politiche anticipate, Bossi ha detto di non volerle e neppure Fini. Gli italiani saranno chiamati a primavera ad una tornata di elezioni regionali che assumeranno una chiara valenza politica se la legge sullo scudo ai processi del premier fosse bocciata dalla Consulta, ha argomentato Bossi.
La difesa di Silvio Berlusconi, che si è costituito parte nel giudizio, si era detta ieri fiduciosa in un verdetto favorevole al Lodo, mentre l’avvocato della procura di Milano, che ha sollevato la questione di legittimità costituzionale nel corso di due processi in cui il premier è imputato, ha detto di "vederla negativamente", dopo essere stato escluso dall’udienza.
Erano tre i ricorsi presentati contro il lodo Alfano. Due firmati dai giudici di Milano – per il processo in cui Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato inglese David Mills e per quello relativo alle irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi Mediaset – il terzo ricorso è stato inoltrato dal gip di Roma, nel procedimento in cui il premier è indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all’estero durante la scorsa legislatura.

Ora, dopo il pronunciamento della Corte costituzionale, i due processi di Milano vengono riaperti. Erano stati sospesi dopo l’approvazione del Lodo Alfano.

 

IL COMUNICATO UFFICIALE
La Corte costituzionale, si legge nel comunicato ufficiale, giudicando sulle questioni di legittimità costituzionale poste con le ordinanze n. 397/08 e n. 398/08 del Tribunale di Milano e n. 9/09 del GIP del Tribunale di Roma ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124 per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione. Ha altresì dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal GIP del Tribunale di Roma.

 

 

COSA DISSE UN MESE FA LA VELINA ROSSA
Meglio di Nostradamus, la Velina Rossa ha azzeccato la bocciatura del Lodo Alfano con un mese di anticipo. Complimenti. Ecco quanto scritto da Pasquale Laurito il 7 settembre scorso: "Un’altra burrasca attende il mondo politico per i prossimi giorni: la decisione della Corte costituzionale sul lodo Alfano. Secondo nostre informazioni il dibattito è piuttosto acceso, e pare che l’orientamento non sia del tutto favorevole al ministro della Giustizia… ci è stato sottolineato che il lodo Alfano sarebbe incostituzionale- spiega la Velina- perché fatto con legge ordinaria. Di fronte a un provvedimento di tale rilievo non è possibile non intervenire con una legge costituzionale, poiché si tratta del tema della uguaglianza dei cittadini davanti alla legge".

LE REAZIONI A CALDO
“È una sentenza politica ma il presidente Berlusconi, il Governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall’aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto". Lo ha detto a caldo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti.
Con il consueto aplomb Pierluigi Bersani invece ha commentato così: "Credo che ora Berlusconi dovrà continuare a fare il suo mestiere, sapendo però che deve andare a sentenza, come un cittadino comune". Pierluigi Bersani non crede ai possibili sviluppi "da retroscena" della sentenza costituzionale sul Lodo Alfano. "Oggi si è messo un punto fermo e la sentenza dice che Berlusconi deve sottoporsi al giudizio come tutti i cittadini".
Bersani si augura inoltre "che i toni dei confronti della Corte costituzionale siano adeguati e rispettosi perché stiamo parlando di un presidio della democrazia". A chi gli chiede un commento alle parole di Bossi che minaccia il ricorso alla piazza, Bersani dice: "Non vedo ragioni per una reazione di questo genere. Sarebbe fuori dal mondo".
Altrettanto aplomb non riesce a concederselo invece Francesco Barbato, deputato dell’Italia dei Valori, fresco di “cartellino rosso” da Montecitorio per aver gridato del mafioso al Premier e al Governo. “Adesso don Silvio da Corleone sta messo male perché deve rinunciare alla sua impunità e diventa cittadino come tutti gli altri". E tanto per restare nella stessa area, esulta anche il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che se la prende – come al solito – non solo con Berlusconi ma anche con il Presidente Napolitano. "E’ incostituzionale. E noi lo abbiamo detto subito. Ci siamo rivolti al Capo dello Stato per pregarlo di non firmare questo scempio di incostituzionalità e immoralità, ma rimanemmo stupiti che il Capo dello Stato, non solo firmò il Lodo, ma dichiarò che lo faceva non per dovere, ma perché lo riteneva del tutto costituzionale". "Spero che da oggi, alla luce della decisione della Consulta – conclude – il presidente del Consiglio la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall’incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l’imputato”.
"In questo paese c’è scarsa attitudine a rispettare le sentenze", questo "non è il giudizio universale. La Corte costituzionale ha espresso una opinione su una legge. Bisogna attenersi a questa e il governo che ha preso i voti degli elettori deve continuare a occuparsi dei problemi degli italiani che vengono prima di quelli Berlusconi". Così, decisamente più pacato, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini.

In Transatlantico, intanto, si parla di elezioni anticipate. “Non possiamo escluderle, anche se non le vuole nessuno". Così Mario  Landolfi, deputato del Pdl, parla con i cronisti della bocciatura del Lodo Alfano. "Se ci sarà – continua – un tentativo di strumentalizzazione e si cercherà di rovesciare per via giudiziaria la volontà popolare, andremo a verificare se questa volontà popolare c’è ancora ". E, ancora, Landolfi aggiunge: "Bisognerà anche tenere conto dell’atteggiamento dell’opposizione". Landolfi ricorda che il governo "è impegnato a fare riforme e ad uscire dalla crisi".
Quindi il commento più “tecnico" da parte di Enrico Costa, parlamentare del Pdl e relatore del lodo alla Camera. Secondo Costa, la sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano "viola il principio di leale collaborazione tra i poteri dello Stato". "In questa sentenza c’è un aspetto che non mi convince: è stato sollevato un problema di incompatibilità del lodo con l’articolo 138 della Costituzione. Ci sarebbe dunque la necessità di una legge Costituzionale. Ma quando la Corte si era espressa sul lodo Schifani non aveva fatto questa censura, altrimenti il Parlamento si sarebbe comportato di conseguenza. Mi pare che questa censura sia stata riservata appositamente in seconda battuta". Per Costa, dunque, l’obiezione sarebbe una "carta di riserva" che la Corte avrebbe tenuto da parte per bloccare il lodo. Per quanto riguarda le conseguenze politiche della sentenza Costa commenta: "Ci riserveremo di riflettere, ma questo evento compatta ancora di più la maggioranza".

Forse potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento