Il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung anticipata dalla stessa Bankitalia parla delle nuove regole allo studio per riformare la finanza internazionale. E dice che un’attuazione "troppo precipitosa" potrebbe avere conseguenze procicliche.
Un’attuazione "troppo precipitosa" delle nuove regole allo studio per riformare la finanza internazionale potrebbe avere conseguenze procicliche. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung che sarà pubblicata domani, della quale una copia in italiano è stata diffusa dalla Banca d’Italia. "È il momento giusto per mettersi d’accordo sulle riforme. Alcune regole possono essere introdotte immediatamente e senza grossi rischi. Per esempio quelle relative alle remunerazioni, alla nuova architettura della vigilanza, all’estensione della vigilanza agli enti non bancari rilevanti a livello sistemico", dice Draghi.
"Quando invece si tratta di definire le regole sulla base patrimoniale delle banche, la riforma di Basilea 2 dobbiamo prima di tutto esaminare con attenzione le possibili conseguenze. Inoltre, dobbiamo considerare che un’attuazione troppo precipitosa potrebbe avere conseguenze procicliche. Ciò significa che una regolamentazione più rigorosa sul capitale potrà essere realizzata solo gradualmente".
Parlando di come saranno riviste le norme sugli indici di patrimonializzazione, Draghi spiega che "per le banche quotate in borsa, solo gli utili accantonati a riserva e i titoli azionari saranno considerati Core Tier-1".
"Per le banche non quotate in borsa vi saranno regole simili ma adatte al contesto diverso. L’idea è quella di escludere forme ibride di capitale e di concentrarsi sul ‘common equity’. Ciò è semplice per le banche quotate in borsa; per tutte le altre vanno ancora individuate soluzioni dettagliate", ha spiegato il governatore di Bankitalia e presidente del Financial stability board.
Draghi non ritiene che l’inasprimento della regolamentazione bancaria renderà più difficile il finanziamento statale tramite le banche sotto la forma del collocamento di titoli di Stato: "Non vi sono attualmente piani di modificare gli obblighi di accantonamento di capitale per finanziamento ai governi – sia nella forma di titoli di stato che di crediti statali".
"Nel contesto di Basilea II, gli accantonamenti di capitale sono una funzione delle condizioni di solvibilità dei governi che ottengono il finanziamento. Solo se la crisi avesse un impatto negativo sul merito di credito di questi paesi vi sarebbe la necessità per le banche di cambiare gli appostamenti di capitale a fronte di tali crediti che diverrebbero quindi più costosi", ha detto Draghi.
Nel valutare l’esigenza di patrimonializzazione delle banche, secondo il governatore vanno anche valutati i rischi connessi alle sofferenze, che nella crisi attuale sono inferiori a quelle registrate in altre recessioni: "Attualmente il grado di indebitamento delle imprese e delle famiglie europee è inferiore rispetto a quello di recessioni del passato. Ciò limita il livello delle sofferenze previste", ha aggiunto il governatore.