La riforma pensionistica, lasciata a lungo nel cassetto, viene oggi rispolverata. Il Congresso di Stato annuncia infatti che entro la fine dell’anno dovrebbe approdare in Consiglio Grande e Generale un pdl sul cosiddetto “secondo pilastro”. Intanto la sanità ha invertito la tendenza: sono gli italiani a salire il Titano per farsi curare.
Massima garanzia e trasparenza sui fondi; adesione obbligatoria, almeno all’inizio. Riprende l’iter per la riforma complementare pensionistica, il cosiddetto "secondo pilastro", che dovrebbe portare alla presentazione in Consiglio grande e generale di un progetto di legge entro la fine dell’anno. E il segretario di Stato per la Sanità, Claudio Podeschi, ne traccia i contorni alla stampa, nel tradizionale incontro del lunedì che segue la seduta del Congresso di Stato. L’obiettivo, spiega il ministro, è "fare in modo che il sistema possa permettere alle singole persone di costruirsi una pensione complementare", cui concorrono anche il datore di lavoro e il lavoratore. Dunque, "non c’è nessuna emergenza fondi, il primo pilastro va aggiornato ma tiene" senza patemi.
Semplicemente, evidenzia Podeschi, "il completamento della riforma pensionistica è una priorità più di ieri che di oggi" e il governo già nel suo programma aveva sottolineato l’intenzione di metterci mano e di portarla a compimento, dopo che nel 2006 un referendum aveva abrogato proprio il secondo pilastro.
Nella proposta che verrà discussa con tutte le parti interessate (primo incontro domani mattina con i sindacati), ci sarà "massima garanzia e trasparenza sulla gestione dei fondi e l’adesione sarà obbligatoria con deroghe per uscire" qualora si verifichino dei problemi". La riforma, conclude Podeschi, è "fondamentale, dunque quella del governo è una scelta politica forte".
SANITÀ IL SETTORE DIVENTA OPPORTUNITÀ
Altro argomento importante uscito dalla riunione del Congresso di Stato, la situazione della sanità. Prima erano i sammarinesi a varcare i confini per ricevere cure adeguate. Ma da qualche mese la tendenza è decisamente cambiata. A percorrere quella strada sono ora i servizi offerti dall’Ospedale di Stato del Titano e anche intere equipe mediche. Con tanto di guadagno (in due mesi 50 mila euro solo per le analisi del laboratorio) per le casse della sanità e dello Stato. Senza contare i risparmi ottenuti curando in loco i propri pazienti, "un’inversione di tendenza" che ha permesso al solo reparto di chirurgia di risparmiare 800 mila euro. Risorse che hanno permesso quest’anno all’Istituto di sicurezza sociale di non ricorrere al tradizionale assestamento di bilancio. È decisamente fiero dei risultati raggiunti il segretario di Stato per la Sanità, Claudio Podeschi, sottolineando alla stampa come si siano azzerati i ricorsi a strutture esterne alla Repubblica da parte dei pazienti sammarinesi. Non solo. Sono stati raggiunti accordi con ospedali e case di cura esterne che permetteranno a queste di usufruire non solo di alcuni servizi erogati dall’ospedale, ma anche di intere equipe mediche. La sanità diventa così "un’importante opportunità" per la Repubblica e non solo per il tornaconto finanziario. "Il rientro è anche professionale" e consente di mantenere e accrescere la qualità dei servizi erogati. Infatti i professionisti sammarinesi prima gestivano in un anno 5 mila ricoveri, quelli che l’ospedale di Stato può permettersi con i suoi 130 posti letto. Ora, in seguito agli accordi con due strutture da 10 mila ricoveri, i numeri raddoppiano e così la professionalità delle equipe sammarinesi prestate fuori confine. Un’inversione di tendenza, ribadisce in conclusione Podeschi, "non di poco conto" e che permetterà a breve di offrire nuove opportunità anche alla medicina di eccellenza.