Forse, la recessione è finita, ma il vero spettro dei prossimi mesi sarà la disoccupazione, di qua e di là dell’Atlantico.
Forse, la recessione è finita, ma il vero spettro dei prossimi mesi sarà la disoccupazione, di qua e di là dell’Atlantico. L’economia degli States dà qualche segno di stabilizzazione ma per gli americani in cerca di lavoro è ancora dura, durissima. Il mercato del lavoro mostra ancora grandi sofferenze. Per ogni posizione lavorativa a tempo pieno aperta ci sono – riporta il New York Times – 6 aspiranti. Negli Usa ci sono 2,4 milioni di posizioni aperte a tempo pieno a fronte di 14,5 milioni di persone ufficialmente disoccupate. Mai dal 2000 si era registrato un rapporto così elevato. L’altro peso enorme che si porta sulle spalle l’economia – traino dell’economia mondiale è il tasso di disoccupazione: tra i giovani americani, di età compresa tra i 16 e i 24 anni, è pari al 52%. Lo riporta dal New York Post, citando il dipartimento del Lavoro, secondo il quale è ai massimi dalla Seconda Guerra Mondiale. Al Angrisani, ex assistente del segretario al lavoro durante l’amministrazione Reagan, sostiene: “Nel piano dell’amministrazione non c’è alcuna assistenza per le piccole e medie imprese, che creano il settanta per cento dell’occupazione nel Paese”. Il bollettino di guerra sul fronte della disoccupazione italiana porta altre brutte notizie: tra settembre 2008 e agosto 2009 l’Inps ha ricevuto 1,172 milioni di domande di disoccupazione, registrando un incremento del 53% rispetto all’anno precedente. Dall’Inps l’altra bordata: tra settembre 2008 e agosto 2009 l’Inps ha ricevuto 1,172 milioni di domande di disoccupazione, registrando un incremento del 53%. Infine un’ultima di “nera”: una delle due agenzie fotogiornalistiche italiane più grandi, la Grazia Neri, va in liquidazione, dopo il dimezzamento dei suoi dipendenti, tagli, insostenibilità economica, calo del 40% del fatturato nell’ultimo anno.
Saverio Mercadante