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Scudo fiscale, il gran regalo del PD

da Redazione

Lo scudo fiscale sarà anche un regalo di compleanno per Berlusconi, ma il fiocco ce l’ha messo il PD. Così Velina Rossa che commenta lo scandalo dei 69 deputati dell’opposizione che si sono “dimenticati” di entrare in aula per votare in merito alle pregiudiziali di costituzionalità della norma.

La valenza etica dello scudo fiscale è sicuramente discutibile. Ed è anche sicuramente in discussione. Il fatto è che chi si doveva opporre al provvedimento, vale a dire i deputati del Partito Democratico e del resto dell’opposizione, erano in tutt’altre faccende affaccendati. E nessuno dei loro dirigenti ha pensato di prenderli per un orecchio e riportarli in aula. Così il Partito Democratico (ma anche l’Udc) ha dato una grossa mano al Ministro Tremonti per far passare lo scudo fiscale alla Camera. Lo rivela –più che altro lo denuncia – Velina Rossa, che mette alla gogna i dirigenti democratici e i 59 deputati (più altri 10, tra casiniani e dipietristi) che erano assenti al momento del voto delle pregiudiziali di costituzionalità del decreto che corregge le norme anticrisi.
"Così – commenta amaramente Pasquale laureto – se lo scudo fiscale è il regalo a Berlusconi per il suo compleanno, il bigliettino di auguri sul pacco regalo reca le firme dell’intero gruppo dirigente del Pd".
La nota politica vicina al centrosinistra ricostruisce quella che si può definire una giornata davvero ‘storta’ per i Democratici. Mentre alla Camera la maggioranza poneva la venticinquesima fiducia, i dirigenti e molti parlamentari di Largo del Nazareno erano impegnati nella querelle congressuale scatenata dalla parole di Filippo Penati. Tra gli altri, assenti in aula, Dario Franceschini e Pier Luigi Bersani, candidati alla segreteria. "E’ scandaloso- dice Velina Rossa – che lo scudo fiscale venga approvato con l’aiuto decisivo dell’opposizione. Il delitto si è compiuto ieri grazie al disordine che da tempo regna nel gruppo parlamentare, dove non si fa più politica ma si vive giorno per giorno". Perché "non si è sentita la necessità di ordinare a ciascun deputato, attraverso i messaggi sms, di essere presenti alla seduta soprattutto in vista del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità". Così ben 59 deputati erano assenti tra i Democratici, e a questi si aggiungono due deputati dell’Idv e otto dell’Udc. Sessantanove in tutto. Ieri le pregiudiziali sono state bocciate dalla maggioranza con 267 voti mentre dall’opposizione sono arrivati solo 215 voti a favore. Sarebbero bastati altri 53 voti e il governo sarebbe andato sotto. "In tutto sessantanove deputati dell’opposizione – dice Velina Rossa – che sarebbero stati più che sufficienti a far soccombere il decreto".
Velina Rossa osserva che "lo schiaffo maggiore agli italiani lo hanno dato proprio Franceschini e soci. In questa nostra denuncia non vogliamo salvare nessuno dei dirigenti che non hanno avvertito il dovere di stare in Aula. Tutti si facciano un esame di coscienza per quanto accaduto ieri".
Peraltro sulla giornata di ieri in casa democratica critici sono stamane anche i giornali di partito. Europa, a proposito della lite sulla prima fase del congresso, paventa "il rischio che perdano tutti" e titola a tutta pagina: "Un regalo per Berlusconi, il congresso Pd diventa rissa". L’Unità apre con una vignetta di Staino (nella foto): Bobo e la figlia osservano inorriditi una colossale esplosione. E’ il Pd che va in frantumi "verso il congresso". Da ‘Il Fatto’, arriva invece una denuncia esplicita: "Pd e Udc assenti salvano lo scudo di Tremonti" è il titolo in prima pagina del giornale di Antonio Padellaro.
 

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