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Banche, Amati: Sì alle operazioni fuori confine

da Redazione

All’indomani del verdetto positivo di Ocse e Moneyval nei confronti di San Marino, ma nel cuore della bufera animata dallo scudo fiscale e dalla crisi, si leva la voce di Lucio Amati, Ad del Credito Sammarinese. Per Amati l’importante è che si dia la possibilità agli operatori finanziari sammarinesi di operare oltre confine.

Aprirsi al mondo per iniziare il "secondo tempo" della storia economica della Repubblica di San Marino. All’indomani della promozione del Titano da parte del Moneyval, e per la prima volta dall’esplosione della "bomba Delta", si alza la voce di uno dei protagonisti del sistema finanziario sammarinese, pronto o quasi, a voltare pagina. Lucio Amati, amministratore delegato del Credito Sammarinese, uno dei dodici istituti presenti sul Titano, guarda al futuro di un settore travolto dal tornado delle inchieste giudiziarie italiane, stretto tra l’incudine dello scudo fiscale e il traguardo, sofferto ma oramai tagliato, dell’ingresso in White list del proprio Paese. Con una doverosa presa d’atto: "E’ finita una fase storica per il sistema bancario di questo Paese", spiega Amati. Questa nuova sfida implica inevitabilmente la rivisitazione a maglie larghe del segreto bancario, uno dei capisaldi su cui si e’ costruito il sistema finanziario sammarinese.
L’Ad del Credito sammarinese intravede comunque la possibilità per il settore di andare avanti con le proprie gambe, anche ora che, con il sì del Moneyval, è terminata la procedura rafforzata, una "complicazione" durata mesi per l’operatività delle banche. "Il mio auspicio- spiega- è che, nel momento in cui veniamo a perdere quelli che storicamente sono stati nostri vantaggi competitivi, almeno acquisiamo la possibilità di vivere e di potere operare, di crescere e svilupparci all’esterno". Prerogativa a oggi negata agli operatori finanziari sammarinesi. Sì quindi alle regole: "Accettiamo che noi vogliamo fare parte del mondo – conferma Amati – e per viverci dobbiamo seguire le regole generali". Ma ai piccoli Stati, sottolinea il presidente, dovrebbero essere lasciati dei vantaggi competitivi "leciti", per poter competere con i giganti dell’economia. Resta necessario per San Marino uno "sforzo di internazionalizzazione" del sistema. Il che significa ricercare entro i propri confini energie, intelligenze e capacità propositive. Perché, chiarisce Amati: "Questa rivoluzione che siamo chiamati a mettere in atto è estremamente impegnativa, ci mette in competizione senza paracadute con parti del mondo che ci hanno preceduto su questa strada".
Per il numero uno del Cs, "è finito il primo tempo e sta iniziando il secondo tempo". Ma resta dubbioso sul fatto che San Marino sia preparato a rientrare in campo. "Ci sono regole nuove – chiarisce – un progetto che dobbiamo costruire del tutto, a cui l’intero Paese è chiamato a contribuire, con il peso di una nomea infangata del sistema". Sì perché, conclude amareggiato: "E’ stato tirato tanto fango su San Marino".
 

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