Home FixingFixing 43 56′ 11’77” Parallelo di pace

43 56′ 11’77” Parallelo di pace

da Redazione

Biennale, la Reggenza in visita al padiglione sammarinese. A Venezia l’idea di portare l’arte locale nel mondo.

Il Bellini di benvenuto con frivolezze, degustato sopra un ponte di legno che strizza l’occhio all’isola di Sant’Elena. Il carpaccio di salmone marinato con frutti di bosco e pan brioches. I ravioli di melanzane e scamorza al burro fuso. Il filetto di San Pietro con carciofi e tortino di patate. La crostatina di frolla con fichi e salsa vaniglia. Chissà con che timbro di voce Vittorio Gassman – il Vittorio Gassman che leggeva i menù – avrebbe elencato le prelibatezze che hanno deliziato la serata di gala organizzata in onore della vista degli Eccellentissimi Capitani Reggenti a San Servolo, l’isola che ospita il padiglione sammarinese. Dopo la visita alle opere che rappresentano il Titano all’interno della 53esima Esposizione Internazionale d’Arte, sabato 19 settembre il cielo veneziano si è fermato un momento per ascoltare il concerto dell’Orchestra da Camera della Repubblica di San Marino. Come Virgilio per il sommo poeta Dante Alighieri, l’architetto Valerio Pradal, curatore del progetto sammarinese, ha accompagnato la Reggenza, i Segretari di Stato (presenti Fabio Berardi e Antonella Mularoni) e tutti gli invitati all’interno del padiglione che espone il progetto “43° 56’ 11,77’’ – Mondi da fare”, illustrando le peculiarità delle opere esposte. Opere che potrebbero diventare portatrici di pace. Erranti portatrici di un messaggio di pace. Gli artisti infatti, durante la cena di gala, hanno lanciato una proposta di grande valore: portare lungo il 43esimo parallelo i lavori presentati alla Biennale. Le città in cui l’arte biancazzurra potrebbe approdare sono 12, una per ogni artista, per la durata complessiva di 12 mesi: da San Marino a Nimes, poi ancora – sulla strada che scivola lungo il parallelo 43 – si incontrano Santander, Sarajevo, Bucarest, Portland, Detroit, Sochi, Grozny, Vladivostock. Una proposta che aderisce con grande sincerità alla mission della Biennale: “Fare mondi”. Lungo un parallelo che, se visto dalla Luna, rassomiglia ad un abbraccio.

Alessandro Carli

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