Erga Omnes, riportiamo l’intervento dell’ANIS relativo a Osla e sindacati pubblicato su Fixing di venerdì 25 settembre.
Che strana incoerenza questi sindacati. La scorsa settimana in una pomposa conferenza stampa, ricca di sorrisi e strette di mano, annunciano al popolo che l’accordo per il rinnovo del contratto di lavoro dell’industria sottoscritto con l’Osla, in ragione del principio erga omnes, deve ritenersi valido per tutti i lavoratori occupati nel settore, nonostante il dissenso dell’ANIS. Con ciò veniva disconosciuto il ruolo della nostra associazione, negato il principio della rappresentatività e dato un calcio ad anni di relazioni industriali che tanti risultati positivi hanno prodotto per i lavoratori e le imprese. Se però andiamo a vedere cosa succede nel settore dell’artigianato scopriamo cose molto interessanti. Sin dal 1998 le stesse organizzazioni sindacali riconoscono ad Osla ed Unas posizioni diverse e la capacità di rappresentarle, tanto da tradurle in due contratti di lavoro che presentano differenze sostanziali sia sotto il profilo economico che sotto il profilo normativo. Discipline contrattuali che, da quella data vivono parallelamente e senza conflitti di alcun tipo, per buona pace della CSU. Ci si dimentica, o si finge di dimenticare, che lo stesso art. 9 della legge 7/61, dove si afferma l’evocato principio dell’erga omnes, stabilisce, al secondo comma, che ove concorrano più contratti devono essere applicate le norme più favorevoli ai prestatori di lavoro. O la rappresentatività è un principio sacrosanto, oppure occorre informare i lavoratori del settore artigianale che sin dal 1998 possono rivendicare l’applicazione delle norme più favorevoli di ciascun contratto come, ad esempio, preferire un orario ridotto, ottenere il riconoscimento del quinto scatto d’anzianità, del premio di produzione e tutti gli altri trattamenti che, come ha scritto Fixing, si possono facilmente individuare nel sito della Cdls che li ha puntualmente evidenziati.
ANIS