Home NotizieAttualità Sacconi-Gelmini: 6 punti per l’occupazione giovanile

Sacconi-Gelmini: 6 punti per l’occupazione giovanile

da Redazione

Scuola e università, dunque, dovranno cambiare, essere meno "autoreferenziali" e guardare di più alle imprese "senza che si gridi alla privatizzazione", avverte il ministro all’istruzione Mariastella Gelmini.

Mettere in collegamento i giovani con il mondo del lavoro già dai banchi di scuola, ristrutturare l’istruzione tecnico-professionale, promuovere le esperienze di alternanza scuola-lavoro, ripensare l’università dandole un profilo più professionalizzante, promuovere tra le imprese l’uso dei dottori di ricerca, rilanciare i contratti di apprendistato. Sono i punti del piano in sei mosse per favorire l’occupazione giovanile presentato a palazzo Chigi dai ministri Mariastella Gelmini (Istruzione) e Maurizio Sacconi (Welfare). Si tratta di un "lavoro di medio periodo", anticipano i due ministri, ma "bisogna cominciare". L’obiettivo è mettere i giovani in condizione di fare scelte consapevoli per il loro futuro con in anticipo rispetto a quanto avviene oggi di dare una smossa alla cosiddetta generazione "né-né": niente lavoro e niente studio oppure tutti e due ma con poca convinzione. Tra i due ministeri sarà attivata una "cabina di regia" con tre esperi che seguiranno lo sviluppo del piano. "Far ripartire l’integrazione tra apprendimento e lavoro è fondamentale in un paese in cui si è creata nel tempo una frattura fra istituzioni educative e imprese- spiega Sacconi- un fenomeno che ha generato due patologie: l’uscita precoce dal sistema educativo e l’ingresso tardivo nel mercato del lavoro". La crisi e il precariato "non sono ascrivibili solo al mamercato del lavoro- aggiunge Gelmini- ma anche ad una offerta formativa che non è calibrata su esigenze reali, scuola e università debbono uscire dalla loro autoreferenzialità e finalizzare l’offerta all’occupazione". Scuola e università, dunque, dovranno cambiare, essere meno "autoreferenziali" e guardare di più alle imprese "senza che si gridi alla privatizzazione", avverte Gelmini confortata dai dati: le proiezioni al 2020 vedono l’Italia in una posizione di grave difficoltà rispetto alle prospettive occupazionali e di crescita e intanto le imprese segnalano la mancanza sul mercato di 180 mila tecnici intermedi. Inoltre, in Italia la dispersione scolastica è al 19% contro il 10% dell’Europa e i giovani escono in media dall’università a 27 anni. "Il governo non vuole restare inerte", conferma il ministro dell’Istruzione. Le sei linee presentate "corrispondono ad azioni già in corso- specifica Sacconi- ma su cui, per la prima volta, si crea una sinergia tra due ministeri". Sarà anche convocato un "tavolo con le parti sociali- continua- per discutere di tutto questo". Intanto le università saranno finanziate per implementare i servizi di placement, di ricerca del lavoro e si cercherà di diffondere l’apprendistato anche per la alte professionalità potrebbero usufruire di questi ultimi "anche i dottori di ricerca". Mentre i voucher per regolarizzare il lavoro breve (il baby sitting del sabato, ad esempio) degli under 25 saranno "presto disponibili in tabaccheria".

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