La Repubblica di San Marino compie un primo passo verso l’adesione al Protocollo di Kyoto, la cui mancata firma resta una “macchia” a livello internazionale. Questo primo passo concreto è la pubblicazione della prima rilevazione della quantità di gas serra emessi dal Titano.
Tra gli anacronismi di San Marino, finora, c’è la mancata firma del Protocollo di Kyoto contro le emissioni di gas dannosi per l’atmosfera. Altri grandi Paesi che difendono lobby particolari, ma sul Titano questa lacuna è davvero senza senso. Se non altro perché il Titano è davvero troppo piccolo per incidere a livello globale, e questo atto sarebbe soprattutto simbolico. Ma la Repubblica di San Marino da ieri ha fatto un piccolo passo in avanti verso l’adesione al Protocollo di Kyoto (era anche nel programma di Governo), dopo aver già aderito a quello di Montreal per il buco dell’ozono. E un primo passo concreto è stato la pubblicazione della prima rilevazione sul territorio della quantità di gas serra emessi. Secondo i dati il Titano non ha globalmente emissioni preoccupanti, ma la quantità pro-capite, 7.6 tonnellate di CO2 equivalenti, è alta, molto simile al livello italiano, se non superiore. Primo responsabile è il settore dei trasporti mentre le industrie non creano grandi problemi.
Il governo, dopo anni di ritardi, ha dichiara quindi guerra alle emissioni nocive e avvia le procedure per aderire al Protocollo di Kyoto, perché, ha sottolineato il Segretario di Stato per gli Affari esteri Antonella Mularoni, “anche noi dobbiamo farci carico dell’impegno" di contribuire il meno possibile al riscaldamento planetario. "Un impegno in primo luogo morale – ha aggiunto il collega al Territorio, Gian Carlo Venturini – per uniformarci ai grandi e piccoli Paesi industrializzati".
In attesa della conferenza di fine anno a Copenaghen che farà il punto sulla situazione e sugli interventi da adottare, la Repubblica si è dotata di un Piano energetico nazionale e di una legge per la certificazione energetica degli edifici dato che la parola d’ordine è ridurre gli sprechi.
Primi passi per il risparmio energetico e presto occorrerà intervenire, per esempio, sulla questione rifiuti: la produzione è elevata e la differenziata ancora sotto il 20%. Così come sulla mobilità e i trasporti. Ma è anche una questione di educazione e formazione: San Marino è una realtà molto piccola
dunque un’informazione efficace può portare a ottimi risultati.