Nel suo discorso più atteso, quello sulla riforma della sanità pubblica, in diretta televisiva, Barack Obama pare aver superato brillantemente la prova. Malgrado le accuse volate nell’aula (“Presidente, lei mente”), l’oratoria del leader USA ha convinto 2 telespettatori su 3.
Era forse il discorso più atteso dal giorno del suo insediamento. Barack Obama era atteso dalle forche caudine dell’appuntamento a sessioni congiunte della Camera dei Rappresentanti e del Senato. Sul banco la più importante delle riforme promesse, quella che dovrà trasformare in maniera sostanziale il sistema sanitario statunitense e il mercato delle assicurazioni.
Secondo i primi sondaggi, l’oratoria – utilizzata sino all’eccesso – del Presidente, ha sortito l’effetto sperato: due americani su tre, che hanno visto il discorso al Congresso del presidente Obama, sarebbero infatti favorevoli al suo piano di riforma sanitaria. A renderlo noto un sondaggio della CNN/Opinion Research, secondo la quale il 67% degli spettatori intervistati hanno dichiarato di sostenere le parole di Barack Obama.
Ma la situazione resta tesa. Il deputato della Carolina del Sud, Joe Wilson, ha attaccato duramente il presidente durante il suo discorso in diretta televisiva: “lei mente”, è stata l’accusa che è risuonata in aula mentre Obama spiegava che la sua riforma sanitaria non prevede assistenza per gli immigrati illegali. Il presidente ha inoltre aggiunto che: “i fondi federali non saranno usati per pagare interruzioni di gravidanza”, dichiarazione accolta da un altro grido di protesta: "non è vero". A fine intervento, il senatore Wilson si è scusato, ma il confronto politico sembra deteriorarsi sempre di più. L’accusa di essere un bugiardo non è stato che l’atto più eclatante in un clima di esasperato confronto che si è tradotto in aula con fischi, mugugni e risatine ironiche. Ma il discorso ha ricevuto anche grandi applausi, a tratti.
"Siamo l’unica democrazia al mondo che non garantisce la copertura medica universale ai suoi cittadini" ha detto Obama, che ha aggiunto che “è ora di mettere da parte i litigi” ed ha chiesto azioni rapide perché si è più vicini che mai all’obiettivo della riforma: al traguardo, ha detto, ci sarà un sistema che migliorerà la stabilità di coloro che sono già assicurati e allargherà le opzioni per quelli che oggi non possono contare su una copertura sanitaria. “Credo che ci sia un ampio consenso su questi aspetti del piano”, sebbene “persistano divergenze su dettagli significativi". Quanto ai critici della sua proposta, li ha accusati di usare tecniche dilatorie invece di un onesto e concreto dibattito: "Non perderò tempo, con coloro che sono giunti alla conclusione che è meglio cancellare questo piano che tentare di migliorarlo". "Non manterrò le braccia incrociate mentre gli interessi particolare usano le stesse tecniche trite per mantenere le cose esattamente come stanno. Se confonderanno il contenuto del piano, gli chiederemo le prove". "Non sono il primo presidente che prende a cuore questa causa, ma sono determinato a essere l’ultimo" Nel suo discorso, Obama ha ripetuto sostanzialmente quello che aveva già detto a più riprese; ma ha tentato di vincere le resistenze di un Congresso spaccato tra quelli che appoggiano con entusiasmo un maggiore intervento dello Stato nel settore sanitario,ovvero la maggior parte dei democratici, e quelli che si oppongono a qualsiasi intervento dello Stato nel settore. “Il tempo dei bisticci", è stato l’avvertimento del presidente, “è finito. E così il tempo dei giochetti. E’ il momento di agire".