Lenta, lunga e insidiosa. Questa la fotografia dell’uscita dalla crisi del centro studi di Confindustria rivede in leggero rialzo le previsioni economiche dello scorso giugno e prevede per il 2009 una variazione del pil italiano del -4,8% e del +0,8% nel 2010.
Secondo l’ufficio studi lo scenario di ripresa è in gran parte determinato dal riavvio del commercio mondiale: dal profilo trimestrale emerge inoltre che la svolta congiunturale è avvenuta nell’estate 2009, dopo il punto minimo toccato in primavera.
Marcegaglia cauta "Non siamo davanti a una catastrofe. Bisognerà gestire alcuni mesi difficili ma il paese ce la può fare" commenta il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. "Siamo fuori dal tunnel della recessione – ha spiegato – il peggio è alle spalle, però la crescita sarà lenta e difficoltosa. Ricominceremo ad avere il segno più nel 2010, ma ancora ridotto. E serviranno alcuni anni per tornare ai livelli di produzione pre-crisi".
Il pil in ripresa L’economia italiana sta uscendo dalla recessione ma la ripresa "sarà lenta e lunga, e perciò insidiosa". Secondo viale dell’Atronomia siamo "fuori dalla recessione, ma ancora in pieno dentro le conseguenze della crisi. Anche se la recessione è ormai alle spalle – afferma il Csc – le conseguenze della più grave crisi degli ultimi 80 anni si faranno sentire a lungo. Si profilano anni per recuperare i livelli di produzione toccati nel 2007 e in alcuni settori ciò potrebbe non avvenire mai". In particolare, l’export trainerà l’economia italiana fuori dalla recessione (+4,1% nel 2010 e -17,3% quest’anno), grazie al parziale rimbalzo del commercio mondiale (+9,1% in volume, dopo il crollo del 14,4% quest’anno), perché "il dinamismo dei paesi emergenti sarà affiancato dalla ripresa di quelli avanzati". Tuttavia, "il recupero degli investimenti sarà modesto: +1,5% nel 2010, ottenuto in parte con gli incentivi governativi, da confrontare con la contrazione cumulata del 15,7% nel biennio precedente". I consumi, poi, l’anno prossimo aumenteranno dello 0,7% (-1,7% quest’anno), "sostenuti dalla maggior fiducia, mentre l’ulteriore progresso delle retribuzioni reali per addetto (+0,4%) sarà più che compensato nei redditi delle famiglie da una nuova contrazione dell’occupazione (-1,4% calcolata sulle unità di lavoro, che segue il -2,8% del 2009)".
Dati economici La disoccupazione, quindi, lieviterà quest’anno all’8,3% (nel 2008 era al 6,7%), schizzando poi al 9,5% l’anno prossimo, valore massimo dal 2000. La dinamica dei prezzi al consumo resterà molto bassa: l’inflazione sarà all’1,3% nel 2010, dopo lo 0,7% di quest’anno. Il deficit pubblico rimarrà al 5% del Pil anche nel 2010 (quest’anno -5,2%), mentre il debito salirà al 117,8% dal 114,8% raggiunto quest’anno.
Posti di lavoro Saranno 700mila i posti di lavoro persi nei due anni tra la fine del 2008 e la fine del 2010. È la stima del centro studi di Confindustria, secondo cui "è prematuro affermare che il ricorso alla cassa integrazione si sia stabilizzato, anche se gli attuali livelli sono superiori ai massimi degli anni Ottanta e i dati da maggio a luglio sembrano indicare il raggiungimento del picco". Tuttavia, se si ipotizza che la Cig "abbia raggiunto i massimi a metà 2009" e questo "si dimostrasse corretto, le diminuzioni di Ula (unità di lavoro a tempo pieno) dal terzo trimestre in avanti dovrebbero tradursi in almeno altrettanti posti di lavoro persi". Al netto degli effetti statistici per le regolarizzazioni degli immigrati, il Csc stima quindi che "il numero di persone occupate cali di 700mila unità tra il quarto trimestre 2008 e il quarto trimestre 2010, contro un calo di 810mila Ula".