L’ex premier inglese protagonista all’annuale appuntamento di Comunione e Liberazione che quest’anno ha visto la presenza di 800mila visitatori
E’ stato anche il Meeting di quelli che si sono avvicinati alla Chiesa cattolica. Da Enzo Iannacci, che ha tenuto un concerto seguitissimo, a Tony Blair. L’ex premier inglese, attualmente inviato per la pace in Medio Oriente su mandato del “Quartetto”, Onu, Unione Europea, Stati Uniti e Russia, è stato la star dell’annuale appuntamento di Comunione e Liberazione che quest’anno ha visto la presenza di 800mila visitatori. E proprio concludendo il suo discorso sul Medio Oriente, Blair ha evidenziato che la soluzione è quella dei due Stati, nella cornice della reciproca fiducia. “Rendere la Terra Santa il luogo della fede e della pace sarebbe il più grande simbolo di riconciliazione per il mondo”, ha affermato con forza. “È un onore vedere il mio nome associato all’iniziativa di Comunione e Liberazione”, ha detto all’inizio del suo discorso di fronte a 15 mila persone “. “Sono davvero dispiaciuto di non potervi parlare nella vostra bellissima lingua. Provo ad impararla da poco tempo, ma è difficile”.
L’intervento del leader inglese ha girato intorno a tre temi principali: l’identità giudaico-cristiana, la fede, l’importanza della Chiesa cattolica. Forte l’appello affinché la voce della Chiesa venga ascoltata e la globalizzazione sia governata e sia uno strumento, e non un padrone. Blair ha parlato anche della sua conversione al cattolicesimo: “Tutta colpa di mia moglie”, ha detto sorridendo. Sul tema della fede ha sottlineato che non è in contrasto con la ragione.
“Faith not as magic”. Una fede, non come una magia, non come una via di fuga dalle complessità della vita, la fede come scopo nella vita. Si può concretamente dialogare e creare collaborazione fra le religioni, ha affermato poi Blair. La sua stessa organizzazione, la Fondazione per le religioni, ha lavorato in Nigeria contro la malaria. Ma nel dialogo, in società multietniche, non si possono perdere le proprie radici, e le nostre, ha scandito Blair, sono quelle giudaico-cristiane, un’eredità di cui essere fieri. E’ importante inoltre che i valori di un Paese vengano rispettati da tutti. Alla globalizzazione, ha detto ancora, si dà un senso attenendoci alla nostra identità strutturata in millenni.
Blair si è richiamato più volte alla nuova Enciclica del Papa “Caritas in veritate” e ha parlato della terza via, della sussidiarietà, che lui ha cercato di perseguire in Gran Bretagna: le organizzazioni della società civile, il volontariato, possono fare cose che né lo Stato né il mercato sono capaci di fare. “Ma uomo e Stato non bastano, serve la fede”, ha affermato con grande convinzione.
Saverio Mercadante