Home FixingFixing “Più di un imprenditore era un vero artista”

“Più di un imprenditore era un vero artista”

da Redazione

Tanto dolore e commozione per la prematura scomparsa di Massimo Ercolani: in un’intervista, il fratello Gianfranco ci lascia uno struggente ricordo

 

“Dopo la morte di mio padre nel 1969, ero a New York a lavorare nella Fiat Usa, sono rientrato per prendere in mano l’azienda. Massimo aveva allora undici anni”. Comincia così il racconto di Gianfranco Ercolani intorno alla vita straordinaria di suo fratello Massimo, scomparso pochi giorni fa. E una perdita così prematura tanto dolore e rimpianto ha provocato in tutto il Paese.
“Intorno ai vent’anni Massimo è entrato in azienda. Era già divenuta un’impresa importante e forse era cresciuta troppo rapidamente. Nel frattempo aveva provato ad inserirsi nel mondo del motocross ma alcuni incidenti lo spinsero alla fine degli anni Settanta a ‘darsi alle macchine’ dove vinse il Trofeo Renault Italia e Europa; poi passò nel settore dei rally. Il primo dei navigatori di mio fratello, non è stato detto in questi giorni, fu proprio Enzo Zafferani. Intanto continuava a lavorare nell’azienda di famiglia. Eravamo in grande simbiosi”.
“Contemporaneamente all’attività sportiva – continua Ercolani – aveva iniziato quella nel campo delle discoteche prendendo a Guadicciolo con alcuni amici il Mister Fantasy. Con molta fantasia nell’89 rilevarono il Symbol: allora si chiamava Hollywood. Il locale fu ristrutturato e nel corso degli anni Massimo rimase solo nella gestione, affiancato da me. Tra l’89 e il 1990 uscì dal settore trasporti. Tra il ‘96 e il ‘97 fui io, questa volta, a voler uscire dall’azienda per scelte di vita, e Massimo allora a quel punto rientrò nell’impresa di famiglia”.
“Dopo il rientro da Cuba per le notissime vicende – ricorda Ercolani – ho ricominciato a lavorare accanto a mio fratello nella nostra azienda che Massimo col suo fare un po’ guascone aveva portato avanti in questi anni. Azienda sana, non sentiamo la flessione del mercato, anzi manteniamo i numeri del 2008. E abbiamo condiviso e coordinato insieme sino all’altro giorno i piani di sviluppo della nostra impresa. E lui, devo dire, che sul piano economico era forse molto più equilibrato e quadrato di me. Quello che mi fa più male ora è pensare che da quando aveva undici anni ho cercato di essere per lui anche un padre oltre che un fratello. E non mi sarei mai immaginato, essendo il più grande, di dover essere io ad accompagnarlo al sepolcro. Era una persona che non fumava, non beveva, ha avuto una vita molto sana, ideale. In discoteca è sempre stato contrario a qualsiasi eccesso o intrallazzo. Al minimo sentore faceva intervenire drasticamente le autorità. Aveva una fortissima tempra morale”.
“I primi sintomi della malattia a febbraio. E qui colgo l’occasione per ringraziare tutto il corpo medico che ha assistito mio fratello: è stato davvero encomiabile. La malattia è stata molto aggressiva e Massimo ha sofferto molto. E dire che sino a febbraio non aveva assolutamente niente, era in forma, faceva attività sportiva”.
“Adesso conto molto nell’inserimento dei suo figli nella nostra impresa, e sarebbe bello che la terza generazione degli Ercolani crescesse in azienda. E’ la promessa che ho fatto a mio fratello”.
“Il lavoro principale di Massimo non erano i trasporti. Lui era un’artista – afferma con commozione Ercolani -. Aveva un grande spirito d’innovazione, una grande creatività, era sempre pieno di nuove idee e iniziative. Il suo mondo era quello delle discoteche e lo sport. Eppure non mi ha mai fatto mancare il suo aiuto, il suo appoggio nella nostra impresa”.
Saverio Mercadante

 

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